MARCO BILANCIONI
Cronaca

Iris Versari secondo Walter Veltroni: "Il lieto fine non è per lei ma per noi. Ci insegna a evitare l’indifferenza"

Presenta il suo nuovo libro dedicato alla partigiana forlivese: alle 16 a Modigliana, alle 21 in Municipio "Ho scoperto questa storia nella vostra città, tornarci è un’emozione. La protagonista cerca la libertà".

Presenta il suo nuovo libro dedicato alla partigiana forlivese: alle 16 a Modigliana, alle 21 in Municipio "Ho scoperto questa storia nella vostra città, tornarci è un’emozione. La protagonista cerca la libertà".

Presenta il suo nuovo libro dedicato alla partigiana forlivese: alle 16 a Modigliana, alle 21 in Municipio "Ho scoperto questa storia nella vostra città, tornarci è un’emozione. La protagonista cerca la libertà".

Walter Veltroni, lei è l’autore di ‘Iris, la libertà’, che presenta oggi alle 16 alla Sala Bernabei di Modigliana e alle 21 in municipio a Forlì (diretta anche in streaming sul canale YouTube del Comune): che effetto le fa trovarsi a parlare della sua protagonista, Iris Versari, vicino al luogo della sua morte e a dove fu appeso il cadavere?

"Ci sono già stato in Romagna quando scrivevo il romanzo: a Tredozio, a Faenza, nella casa dove viveva con i genitori a Portico e che è davvero isolata, e ovviamente in piazza Saffi. Sarà molto emozionante".

Iris non è l’unica donna protagonista della Resistenza. Perché proprio lei?

"Non volevo parlare solo di una partigiana, ma di una ragazza che cerca la libertà, che non accettava il destino designato per lei dalla società del tempo: quello di essere moglie e madre".

Come l’ha conosciuta?

"Grazie alla libreria Mondadori di Forlì. Ero loro ospite per presentare un libro. Nell’attesa, ho dato un’occhiata alla sezione degli editori locali, notando il libro della professoressa Sandra Bellini: l’ho comprato e l’ho letto in treno".

E quanto tempo è passato dalla lettura a un progetto di scrittura?

"Un paio d’anni. Come dicevo, ho visto i luoghi in cui Iris ha vissuto".

Lei ha scritto un romanzo, basato su fatti storici, ma ha dovuto per forza inventare alcuni dettagli utili alla narrazione, per esempio il sogno con cui si apre la storia. Come ha fatto?

"Le ricerche non solo su Iris ma anche sugli altri personaggi, tutti realmente vissuti, come Silvio Corbari, Adriano Casadei e altri, consentono alla fine di entrare nel loro carattere. Credo perciò che alla fine anche le parti inventate risultino coerenti".

Ha scelto una storia senza lieto fine. La protagonista muore, i compagni di lotta pure, i loro corpi sono straziati. Però una speranza c’è.

"Il lieto fine non è per Iris ma per tutti noi. Il loro sacrificio, e quello di tanti altri, ha portato alla nostra libertà".

Cosa significa, per lei, l’amore di Iris verso Silvio?

"È molto rilevante nella storia. Corbari era il capo, era già un mito in Romagna. Ma era un ‘irregolare’, un battitore libero, carismatico. Inoltre era sposato e aveva un bambino. Per Iris è stata una difficoltà in più, che le ha causato solitudine all’interno del gruppo: lei non voleva essere la donna del capo ma una partigiana".

Anche Antonio Scurati ha scelto di raccontare quegli anni come un romanzo, ‘M’, ma il suo protagonista è Mussolini, dunque una figura negativa. Iris diventa il suo contrappeso?

"No, io non pensavo a questo mentre scrivevo: seguivo un mio filo, è il terzo romanzo che dedico al periodo della guerra".

Domani è l’80° anniversario della Liberazione ma, nell’imminenza dei funerali di papa Francesco, andrà celebrato in maniera sobria. Cosa ne pensa della richiesta del Governo?

"Penso che il 25 aprile sia festa, per tutti. Celebriamo contemporaneamente la fine di una dittatura, di una guerra e di un’occupazione straniera. I partigiani erano anche patrioti".

Cosa rende attuale Iris per le donne e i giovani di oggi?

"Il rifiuto dell’indifferenza, che oggi è un grande rischio per tutti: tanti hanno rinunciato a incidere, si accontentano di commentare ciò che succede sui social network. Ma Iris Versari non voleva essere spettatrice".