REDAZIONE FORLÌ

La difesa di ’Fleximan’: "Enrico Mantoan è sereno, è circondato dagli amici"

Il dipendente della Coromano è sospettato di aver distrutto una dozzina di velox

La difesa di ’Fleximan’: "Enrico Mantoan è sereno, è circondato dagli amici"

"Enrico è sereno e ringrazia tutti coloro che gli stanno dimostrando grande solidarietà e sostegno". Comincia così la lettera a firma di Giorgia Furlanetto, l’avvocata di Enrico Mantoan (foto), sospettato di essere Fleximan: questo il nome attribuito in questi mesi al ‘giustiziere’ armato di flessibile che avrebbe vandalizzato una dozzina di autovelox, in particolare nei dintorni di Rovigo. Mantoan, 42 anni, nato a Padova, è un dipendente della ditta Coromano, con sede a Fratta Terme, azienda che si occupa soprattutto di attività di movimento terra.

"Non è un criminale da prima pagina – ha voluto sottolineare l’avvocata –, ma un ragazzo che si è sempre speso nel volontariato e nell’aiutare il prossimo, dalle collette alimentari a favore delle persone in difficoltà, all’aiuto che ha portato alle zone terremotate in Abruzzo e alluvionate in Emilia-Romagna. L’esperienza che più lo ha formato, umanamente e civicamente, sono gli anni trascorsi come volontario nei Vigili del fuoco". Una serie di attività benefiche delle quali si era già trovato traccia sulle pagine social di Mantoan e che, secondo Furlanetto, rendono particolarmente "vergognoso l’accanimento e la campagna diffamatoria messa in campo da certa stampa a causa del suo orientamento politico come esponente di Forza Nuova".

Le parole dell’avvocata, in più passaggi, vanno a contestare ciò che alcune testate hanno scritto di Mantoan, ma anche l’interesse dei media che "hanno preso di mira la sua abitazione, al punto che si è visto costretto ad allontanarsi per un po’, preferendo esser circondato da amici anziché dalle telecamere". Furlanetto sottolinea anche come Mantoan sia "un lavoratore che da un paio di anni risiede in un grazioso monolocale, comodo al luogo di lavoro". Mantoan, a quanto pare, lavorava sì per conto di Coromano, ma non in zona, quindi il ’luogo di lavoro’ al quale fa riferimento Furlanetto non sarebbe nel forlivese, né è in queste zone che ci si sta orientando per individuare eventuali complici. L’avvocata, inoltre, assicura che nelle ultime ore ha avuto luogo una confessione e che "non è vero che siano stati sequestrati presso la sua casa attrezzi e arnesi", anzi, parlando della perquisizione avvenuta la scorsa settimana, afferma che "Enrico si è dimostrato estremamente collaborativo con le forze dell’ordine intervenute che hanno sequestrato unicamente un cellulare e due tablet". Furlanetto parla anche di una raccolta fondi per affrontare le spese, organizzata "spontaneamente da tanti che vogliono contribuire e sostenerlo". Non è un segreto che il gesto di Fleximan abbia catalizzato le simpatie di molti e forse sono proprio questi ultimi, ora, a voler dare una mano a colui che ad oggi resta l’unico indagato.