REDAZIONE FORLÌ

Lattuca, no alla ‘Mike’: Cgil e Uil lo criticano

Il presidente della Provincia favorevole alla soppressione del presidio di Meldola. I sindacalisti Giorgini e Imolesi: "Soluzione sbagliata, intervento improvvido"

Lattuca, no alla ‘Mike’: Cgil e Uil lo criticano

Si fa sempre più rovente la polemica sulla soppressione dell’auto medicalizzata con base a Meldola, decisa dall’Ausl Romagna. Se il presidente della Provincia e sindaco di Cesena Enzo Lattuca difende la scelta dell’azienda sanitaria, gli replicano senza mezzi termini sia la Cgil che la Uil, oltre all’on.Alice Buonguerrieri, che lancia l’idea di una petizione popolare per ripristinare la Mike 42.

Secondo Lattuca, intervistato su una testata locale, "il problema dell’emergenza dei pronto soccorso va affrontato in un altro modo. Abbiamo 5 auto medicalizzate nel territorio provinciale, in media in un turno di 12 ore il medico della Mike 42 visita 1,2 pazienti; lo stesso medico collacato al pronto soccorso di Forlì fa 20-25 visite". Lattuca asseconda in sostanza l’Ausl che trasferisce il medico in servizio sull’ambulanza al pronto soccorso. Capisco i sindaci, continua Lattuca ma "forse a loro non è noto il grado di sofferenza e carenza dei medi del P.S.", dunque occorre "ottimizzare il servizio".

Un intervento "improvvido", a leggere la Uil, "sbagliato" aggiunge la Cgil, la cui segretaria generale di Forlì, Maria Giorgini, sostiene: "Se vogliamo davvero risolvere l’emergenza dei nostri pronto soccorso la soluzione non è quella di tagliare medici dalle automediche sul territorio, ma quello di riformare il sistema di presa in carico dei bisogni delle persone che spesso non trovano risposte per carenza di medici di medicina generale, e una organizzazione della porta di accesso al nostro sistema sanitario che in molte occasioni non riesce a risponde ai bisogni di un territorio vasto con sempre meno servizi. Si tratta di due servizi, quello del pronto soccorso e quello della gestione dell’emergenza nel territorio, non sostitutivi l’uno all’altro".

Incalza la Uil, tramite il segretario Enrico Imolesi: "Quando un cittadino si trova costretto a prenotare una visita dal proprio medico curante con possibili attese rispetto ad un bisogno che può ritenere impellente è inevitabile che poi, per bisogno e in assenza di risposta, si diriga nel pronto soccorso più vicino".

Critiche anche al ragionamento di Lattuca basato sulla ’efficienza’. "Il servizio di emergenza non può essere valutato unicamente in termine di numero di interventi ma soprattutto in riferimento al tempo di arrivo sul luogo di emergenza – dice Silla Bucci, segretaria Cgil Cesena – . Sottovalutare questo in un territorio collinare e montano così vasto come il nostro, è un errore grave".

Cosa fare, allora? "Serve un progetto complessivo – sostengono i segretari Uil di Forlì e Cesena – , che prendendo atto di un colpevole sotto finanziamento di lunga durata, definisca un quadro di interventi con obiettivi condivisi e che definisca quale sanità del futuro si vuole, nell’esclusivo interesse delle persone".

Intanto la deputata Alice Buonguerrieri annuncia la sua proposta: "Con la petizione che nei prossimi giorni sarà portata sul territorio, Fratelli d’Italia chiede che l’Ausl Romagna ripristini l’automedica che fa base a Meldola in modo da garantire un adeguato presidio d’emergenza al comprensorio forlivese, senza penalizzarlo rispetto ad altre zone".