L’Ausl: "Con le spese per i manager non si finanza il Pronto soccorso"

L’Ausl: "Con le spese per i manager  non si finanza il Pronto soccorso"

L’Ausl: "Con le spese per i manager non si finanza il Pronto soccorso"

"Non si possono finanziare investimenti con i fondi destinati al personale". Il direttore generale dell’Ausl, Tiziano Carradori, interviene personalmente ancora una volta nelle polemiche sulla sanità locale, stavolta per replicare alla deputata di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri e al coordinatore del partito nel Forlivese, Luca Bartolini. L’oggetto del contendere è un manager che si occuperà di ‘accreditamento istituzionale aziendale’ – con stipendio di 100mila euro annui – alle dipendenze della struttura ‘Qualità e governo clinico’: quest’ultima è già finita al centro delle polemiche perché sarà guidata da Nicola Magrini, ex numero uno di Aifa, l’agenzia italiana del farmaco.

I due esponenti del partito di Giorgia Meloni evidenziavano, a un certo punto, che con cinque anni di stipendi per Magrini e per il secondo manager (730mila euro più altri 500mila) salterebbe fuori la cifra per i lavori lungamente attesi al Pronto soccorso dell’ospedale Pierantoni-Morgagni, ovvero uno dei fronti su cui il centrodestra sta da inizio anno chiedendo risposte all’Ausl. "La spesa corrente dell’Azienda sanitaria per beni e servizi – è la replica firmata ’la Direzione di Ausl Romagna’, dunque riconducibile direttamente a Carradori (foto a fianco) – ha comunque un finanziamento a sé che non può essere trasferito sulla spesa per investimenti; quindi, anche sopprimendo tutti gli incarichi ai professionisti, l’adeguamento del Pronto soccorso di Forlì non potrebbe essere parimenti finanziato".

Carradori cita anche i fondi da cui, per legge, si attinge la retribuzione degli incarichi. E punge: "Solo chi non vuol capire continua a mettere negli stessi capitoli di spesa investimenti e assunzione di personale". Poi specifica che, comunque, "non si tratta di nuove assunzioni". Il responsabile dell’"accreditamento istituzionale aziendale" sarà un "dipendente dell’azienda" con "alcuni requisiti" dopo una "procedura comparativa". Per FdI, tali incarichi non sarebbero comunque strategici. "L’opinione è oltremodo singolare e non sarebbe condivisa da nessun tecnico in nessun Paese con un sistema sanitario avanzato", nemmeno "quelli fondati sul sistema assicurativo".

Infine, assicura che l’Ausl non spreca le risorse per moltiplicare le poltrone: "L’azienda unica ha già di per sè determinato una contrazione delle strutture organizzative e degli incarichi, tant’è che il nostro costo è inferiore a quello medio regionale", con un "grande sforzo di razionalizzazione". E professa "serenità": Buonguerrieri e Bartolini avevano evidenziato anche una tempistica per loro sospetta (all’indomani dell’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia). "Se ci fosse stato qualche imbarazzo o preoccupazione evidentemente ci si sarebbe fermati", risponde il manager.

Il tema della sanità è destinato comunque a restare caldo, visto che giovedì è atteso in consiglio comunale a Forlì l’assessore regionale Raffaele Donini.