NOI FORLIVESI

La guida turistica di Forlì offre un'ampia varietà di attrazioni, ma la comunicazione del sistema è insufficiente. È necessario un intervento per promuovere l'offerta turistica in fiere e all'estero.

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Cara Noemi, concordo con la sua riflessione. È un’idea pensata per una nicchia di pubblico non banale e, in effetti, utile forse perfino ai forlivesi. Mi riaggancio alla sua ultima frase perché quello è il punto che va sviluppato: fare conoscere la guida. Ok, arriverà presto una sezione ad hoc sul sito e una app. Allargando il discorso, diciamo però che la comunicazione del ‘sistema Forlì’ (che non coincide né col Comune né con la città) è assolutamente insufficiente. E questo è tanto più grave quanto più, da tempo, l’offerta si sia arricchita qualitativamente e geograficamente. Elenco probabilmente non esaustivo: grandi mostre d’arte, fotografia, architettura razionalista e filone del Novecento, imminenti gli auditorium della musica e la Verzocchi rilanciata, enogastronomia, Casa Artusi, itinerari religiosi (San Pellegrino, Sant’Antonio, Benedetta Bianchi Porro), itinerari danteschi (dall’Acquacheta in giù), Parco nazionale di Campigna, Ridracoli, terme, più infiniti luoghi adatti al trekking e alle bici, per non parlare delle tradizioni storiche (Palio di Terra del Sole, Ospitalità, si parlava pochi giorni fa della Madonna del Fuoco). Si potrebbe occuperare tutto lo spazio parlandone. Ma il punto è un altro: chi se ne occupa? Chi promuove tutta questa offerta nelle fiere, anche all’estero? Risposta: a parte il solito passaparola (Facebook compreso) nessuno. La Fondazione ha alle spalle almeno un tentativo mal riuscito. Sarebbe ora di porre rimedio.