Con una messa solenne, presieduta dal parroco don Massimo Bonetti, si sono aperte domenica scorsa a Predappio le celebrazioni in occasione del 90° anno di fondazione della chiesa di Sant’Antonio di Predappio, inaugurata il 27 ottobre 1934. Per l’occasione la parrocchia predappiese ha organizzato anche un evento culturale, in programma domani sera alle 20.45 nella stessa chiesa.
Lo storico e giornalista Mario Proli terrà una relazione sul tema: ‘Predappio Nuova e le sue chiese: devozione, architettura, comunità’. Durante la serata sarà presentato anche l’elaborato per il baccalaureato in Scienze Religiose del predappiese Fabio Turci, dal titolo: ‘La sacra spina di Predappio. Un tesoro dimenticato’.
Infatti, nella navata di sinistra della chiesa di Sant’Antonio è custodita la preziosa reliquia: una spina della corona di Gesù. Di fianco al reliquiario, una pergamena narra le vicende della sacra spina, ritrovata dall’imperatrice Elena a Gerusalemme e portata a Costantinopoli e di là a Venezia e Parigi. Nei secoli successivi, altre spine trasmigrarono nelle più diverse città della Francia e d’Europa e alcune di queste giunsero in possesso della famiglia Gonzaga. Nel 1595, Costanza Gonzaga di Novellara partì dal paterno castello per andare in sposa ad Asdrubale Mattei di Roma, portando con sé proprio una delle sacre spine.
Da allora, racchiusa in un prezioso reliquiario, la sacra spina fu conservata gelosamente, per oltre tre secoli, nella cappella gentilizia del palazzo in via dei Funari, a Roma. Facendo un balzo avanti nel tempo, si giunge ai primi decenni del Novecento, quando una nobile gara nacque fra le illustri famiglie del patriziato romano per dotare di sacri arredi particolarmente preziosi la nuova chiesa di Sant’Antonio di Padova in Predappio. Il principe Antici Mattei ed il fratello don Guido dei principi Antici Mattei, così, decisero di rinunciare alla reliquia per offrirla in dono a Benito Mussolini, affinché la sacra spina fosse venerata nella chiesa predappiese. Da allora è sempre rimasta qui conservata.
Commenta in merito il parroco don Bonetti: "Nel 1937, Pio XI concesse l’indulgenza plenaria a tutti i fedeli che, confessati e comunicati, si fossero recati a pregare davanti alla sacra spina di Predappio nel primo venerdì di quaresima e il venerdì santo. Una concessione che in seguito non fu mai revocata né da lui né dai suoi successori e che dunque risulta, di fatto, ancora valida".
Quinto Cappelli