Preraffaelliti. Per la prima volta, la grande mostra svelata alla Bit di Milano

Ribalta alla Borsa internazionale del turismo per l’esposizione dedicata al movimento inglese di metà Ottocento: sarà aperta dal 24 febbraio al San Domenico e al San Giacomo.

Preraffaelliti. Per la prima volta, la grande mostra svelata alla Bit di Milano

Preraffaelliti. Per la prima volta, la grande mostra svelata alla Bit di Milano

È stata presentata alla Bit di Milano, la prestigiosa Borsa internazionale del turismo, la mostra dedicata ai Preraffaelliti che sarà inaugurata al San Domenico fra poco più di due settimane, il 24 febbraio. Il direttore delle grandi mostre Gianfranco Brunelli ha voluto ricordare Antonio Paolucci: "Era una persona ironica – ha detto Brunelli – e di questa mostra avrebbe detto che i Preraffelliti sono come i Beatles, perché reinventarono quello che già esisteva, rendendolo un nuovo grande classico". Lo storico dell’arte scomparso pochi giorni fa lanciò a suo tempo un analogo collegamento tra pittura e musica, quando definì Guido Cagnacci "il Vasco Rossi del Seicento".

La 19ª grande mostra d’arte della Fondazione è però la prima a sbarcare alla Bit, un’operazione che può incrementare ulteriormente l’afflusso di visitatori al San Domenico e ben si sposa con la vocazione internazionale dei Preraffaelliti. Questo movimento è nato infatti nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento a opera di alcuni artisti ‘ribelli’ – William Holman Hunt, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti – aveva lo scopo di rinnovare la pittura inglese, considerata in declino a causa delle norme eccessivamente formali e severe imposte dalla Royal Academy.

Fino al 30 giugno 2024 la mostra diretta da Gianfranco Brunelli (a cura di Elizabeth Prettejohn, Peter Trippi, Francesco Parisi e Cristina Acidini con la consulenza di Tim Barringer, Stephen Calloway, Charlotte Gere, Véronique Gerard Powell e Paola Refice) racconterà questa storia attraverso 350 opere tra dipinti, sculture, disegni, fotografie, mobili, ceramiche, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli. Per la prima volta, grazie ai generosi prestiti concessi dai musei europei e americani, alle opere britanniche sarà affiancata una consistente rappresentanza di modelli italiani, tra cui opere di antichi maestri. Nella presentazione milanese, Brunelli ha anche anticipato che la mostra ancora una volta non occuperà solo gli spazi dell’ex convento, ma anche quelli dela chiesa di San Giacomo.

Questo è un periodo propizio per il turismo: oltre alla presenza di Forlì alla Bit di Milano, la città prende parte anche a un altro progetto promosso dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, chiamato ‘Turismo delle radici’: un percorso di accrescimento dell’attrattività turistica dei borghi e delle città d’Italia che coniuga l’offerta di beni e servizi con la conoscenza e la scoperta della storia familiare e della cultura d’origine delle nuove generazioni di italiani all’estero. In sostanza, i visitatori sono i discendenti di coloro che partirono da qui in passato per cercare fortuna all’estero. "Abbiamo aderito con grande entusiasmo – commenta l’assessora al turismo Andrea Cintorino –. Si tratta di una preziosa opportunità per il nostro territorio sia in termini di visibilità che di sviluppo economico, sociale e culturale".