
di Ermanno Pasolini
A San Mauro Pascoli il nuovo sistema della raccolta dei rifiuti porta a porta è finito in consiglio comunale. Spiega Diletta Zavatta presidente dell’associazione ‘Viva San Mauro APS’ contrario al nuovo sistema e promotore di una raccolta di firme di 875 cittadini che chiedono un referedum: "La sindaca Luciana Garbuglia è stata chiara. Ha ammesso senza mezzi termini che la cittadinanza ha manifestato un disagio e che è difficile ignorare gli 875 cittadini che hanno richiesto il referendum. Al tempo stesso ha sostenuto che è necessario aumentare la differenziazione e che non esistono altri metodi efficaci diversi dal ‘porta a porta’. Dispiace con grande rammarico che il testo della petizione sia stato completamente ignorato, perché non è possibile continuare ad affermare che i cittadini hanno richiesto il referendum perché non vogliono differenziare. Noi come Associazione abbiamo proposto dei sistemi alternativi più efficaci del porta a porta già presenti in molti Comuni Italiani e a questo punto continuiamo a ribadirli".
Le alternative proposte al posto del porta a porta riguardano le isole ecologiche informatizzate ‘intelligenti’, anche interrate, presenti in tanti comuni. Ha continuato la presidente Diletta Zavatta: "L’Associazione Viva San Mauro rimane in attesa di conoscere la decisione del Comune di San Mauro Pascoli: se verrà indetto il referendum".
Sul porta a porta c’è anche la posizione del gruppo di minoranza San Mauro Di Nuovo con il capogruppo Nicola Rossi che spiega: "Noi sposiamo in pieno lo scopo nobile dell’aumento della percentuale della raccolta differenziata. Allo stato attuale il progetto promette troppi disagi. Per questo il nostro gruppo ha proposto un’idea alternativa, che affianchi o sostituisca la raccolta porta o porta, ovvero quella delle isole ecologiche, una soluzione avanzata che porta tendenzialmente un risparmio in termini di Tari". La conversazione si è poi riscaldata ulteriormente sull’allevamento di polli in costruzione in via Cagnona. Ha continuato Nicola Rossi: "Il risultato di questo nostro lavoro è stato quello dell’istituzione di una commissione di vigilanza sui capannoni, alla quale abbiamo deciso di partecipare in adempimento al nostro dovere istituzionale di rappresentanza dei cittadini. Le scelte successive dell’amministrazione però hanno sconfessato il significato stesso della commissione di vigilanza. In primis mi è stata prima rifiutata e poi differita la possibilità di invitare una società terza che valutasse il rischio di un impatto microbiologico dello stabilimento".