"S. Sofia, entro l’estate arriverà un altro medico"

L’assessora ai servizi sanitari e sociali Marianini: "Stessa scadenza anche per la Casa della Salute"

"S. Sofia, entro  l’estate arriverà  un altro medico"

"S. Sofia, entro l’estate arriverà un altro medico"

di Oscar Bandini

A Santa Sofia, già dalla fine dell’Ottocento funzionava una vasta rete di servizi sanitari e sociali (Ospedale, Casa di riposo, asili, scuole) che si è ampliata e qualificata dal 1970 in poi con l’avvento delle Regioni e la nascita dell’Asp S. Vincenzo de’ Paoli. Ma il dopo pandemia colpisce anche la cittadina del Bidente.

Ilaria Marianini, assessora di Santa Sofia ai servizi sanitari e sociali. Qual è lo stato della sanità in paese dopo il Covid, visto che diversi cittadini si lamentano di non poter scegliere ancora il medico di famiglia dopo l’ultimo pensionamento?

"Capisco le critiche e i disagi dei circa 300 cittadini impossibilitati a scegliere ancora il nuovo medico. Siamo in attesa che l’Ausl pubblichi i bandi ed entro l’estate arriverà il quarto medico. Ricordo che le difficoltà a reperire questa figura professionale tocca tutta l’Ausl Romagna, ma stiamo facendo il possibile. Nel frattempo ai tre medici presenti è stato consentito di sforare la quota massima di pazienti prevista prima del Covid potendo accettare in particolare i ricongiungimenti familiari. Ricordo inoltre che i tre medici in funzione coprono anche il servizio nei paesi vicini, ma è a disposizione anche il servizio di guardia medica all’ospedale Nefetti".

E’ stata risolta l’assenza della pediatra che preoccupa soprattutto tanti genitori?

"Assolutamente sì. E’ rientrata in servizio la dottoressa Randazzo come pediatra di libera scelta presente a S. Sofia, Galeata, Civitella e Cusercoli. Per quanto riguarda, invece, la pediatria di comunità due lunedì al mese sono presenti sempre al Nefetti due medici per le vaccinazioni".

Restando nel campo della medicina territoriale. Quando diventerà operativa la Casa di Comunità presso l’edificio ristrutturato dell’ex casa di riposo in via Nefetti, dove è previsto il poliambulatorio dei medici di famiglia?

"Entro l’estate, vanno completati solo i lavori sull’area esterna. Il piano terra ospiterà i medici di base, un’infermiera di comunità, una segretaria, oltre allo Sportello unico sociale. Inoltre siamo stati inseriti nella graduatoria regionale Pnnr per completare i lavori del primo piano che ospiterà, appena arriveranno i fondi, tre assistenti sociali oltre a uno spazio per una associazione di volontariato che opera nel sociale, ed altri servizi".

Capitolo ospedale. Dal report di Milena Gabanelli su La7 di qualche settimana fa si è saputo che al Punto di primo intervento opera un medico cosiddetto ‘gettonista’. Come mai?

"Causa trasferimento di un medico l’Ausl è dovuto ricorrere a questa formula che è molto più costosa per sopperire alla mancanza di medici. Confido che, visti i costi, si possa tornare presto a una collaborazione con un medico che possa essere presente a S. Sofia e condiviso con un reparto del Pierantoni. In positivo siamo destinatari inoltre di un finanziamento di 253mila euro dal bando Pnnr per costituire un centro di comunità sempre al Nefetti dove gli operatori gestiranno l’uscita di pazienti fragili e lungo degenti verso altre strutture o il loro domicilio. Sfrutteremo così lo spazio ancora inutilizzato della struttura di via Renato Valbonesi".

Qual è ora la situazione della Casa per anziani, dove il Covid ha colpito duro e non sono mancate le critiche dei famigliari?

"Situazione complessa anche qui per mancanza di personale (oss, infermieri) per far fronte ai servizi gestiti da una cooperativa. Ci siamo incontrati con la direzione dell’Asp, della cooperativa, con il personale e i famigliari per trovare una soluzione. Ora la cooperativa ha assunto una nuova unità che dovrebbe riequilibrare almeno in parte l’organizzazione dei turni e alleggerire il carico sugli operatori".

Un commento finale sulla soppressione dell’auto medicalizzata Mike42 di Meldola.

"Siamo in linea su quanto scritto nel documento firmato dai 15 sindaci. Sono proprio i territori più lontani dagli ospedali della pianura come il nostro a rimetterci di più".