Sant’Ellero, i festeggiamenti non si fermano

Galeata, lunedì ospite l’artista Daniele Albatici che ha realizzato e donato il nuovo dipinto all’abside della chiesa in onore del santo .

Sant’Ellero, i festeggiamenti non si fermano

Sant’Ellero, i festeggiamenti non si fermano

Continuano le celebrazioni a Galeata in onore di Sant’Ellero patrono del paese della val Bidente. Domenica 14 maggio, alle 16 sul colle dell’abbazia millenaria Festa degli aquiloni, mentre lunedì 15 alle 11 solenne celebrazione del Festa del santo patrono alla presenza del vescovo di Forlì-Bertinoro Livio Corazza. Celebrazione impreziosita grazie all’artista ravennate Daniele Albatici che ha donato alla millenaria abbazia di Sant’ Ellero di Galeata un’opera pittorica in memoria del Santo.

"Da molti anni divido la mia esistenza tra Ravenna, mia città natale, luogo di lavoro, di amici e di parenti, e alcune zone dell’Appennino forlivese che conosco e frequento – precisa Albatici – da quando ero quindicenne, oltre cinquant’anni fa. Ho chiesto a don Pawel, parroco di Galeata e Civitella, che cura anche la chiesa di Sant’Ellero, se non fosse possibile pensare ad un’opera pittorica in memoria del Santo un po’ più colorata di quella presente nell’abside (una tela monocromatica in bianco e nero). Il sacerdote ha preso visione del mio percorso artistico, sapendo che ero un insegnante di scultura del Liceo Artistico di Ravenna in pensione, ha potuto apprezzare una serie di miei quadri a carattere sacro che sono esposti in un paio di chiese a Ravenna e a Collina di Pondo. Quindi ha accettato la proposta di realizzare una tela di dimensioni adeguate alla ampiezza della chiesa che fosse in grado di rappresentare in modo consono il santo".

Il quadro è un olio su tela di 120 x 200 cm di altezza, ed è collocato nell’abside dell’abbazia dedicata al Santo, noto anche come santo Ilario, patrono di Lugo, venerato anche a Sansepolcro, Cesena, Forlì, Faenza, Imola, Fiesole, Firenze e nell’abbazia di Farfa.

"Per me, patito della spiritualità camaldolese, è stato un bell’incontro, un sentirmi a casa. Ho quindi rappresentato il santo a figura intera con la mitria e il pastorale. Mi sono preso la libertà di rappresentarlo con i piedi scalzi per ricordare la sua vocazione monacale dedita alla povertà. Il paesaggio sullo sfondo raffigura le colline della vallata del Bidente ricoperte dalla neve, simbolo di purezza e di rinascita della vita, secondo Albatici, che si rigenera dopo i rigori dell’inverno.

"Il santo sta coi piedi nudi su un poggio ammantato di erba fresca – conclude – simbolo del favore che accompagna le persone che camminano nello spirito del Signore".

Oscar Bandini