REDAZIONE FORLÌ

Sara Pedri, 4 anni fa la scomparsa. Una messa per tenere vivo il ricordo. Poi cerimonia al parco urbano

Sarà celebrata dal vescovo Corazza martedì mattina nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, alla Cava. Al pomeriggio chi vorrà potrà rendere omaggio alla ginecologa accanto all’albero a lei dedicato.

Sarà celebrata dal vescovo Corazza martedì mattina nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, alla Cava. Al pomeriggio chi vorrà potrà rendere omaggio alla ginecologa accanto all’albero a lei dedicato.

Sarà celebrata dal vescovo Corazza martedì mattina nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, alla Cava. Al pomeriggio chi vorrà potrà rendere omaggio alla ginecologa accanto all’albero a lei dedicato.

Il tempo non cancella il dolore, ma alimenta il ricordo. Sono trascorsi quattro anni dalla scomparsa di Sara Pedri, la giovane ginecologa forlivese, che si ritiene abbia compiuto un gesto estremo nel lago di Santa Giustina a Cles in Trentino. Per onorare la sua memoria, martedì 4 alle ore 8, il vescovo Livio Corazza celebrerà una messa nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice, nel quartiere Cava.

Nel pomeriggio, dalle 15 alle 17, la famiglia si riunirà al parco urbano, accanto all’albero dalle foglie rosse e alla targa installate per commemorare la dottoressa. "Chiunque voglia partecipare è il benvenuto – commenta Emanuela Pedri, sorella di Sara –. Negli anni, l’aiuola ha unito molte persone nel suo nome". Nell’area verde a lei dedicata, dal 2022 è stata aggiunta anche una colorata cassetta delle lettere per raccogliere i pensieri di quanti le hanno voluto bene.

Sara aveva 31 anni quando, il 4 marzo 2021, la sua auto venne ritrovata in prossimità del lago, ma di lei non è mai stata trovata alcuna traccia. Le indagini suggeriscono che possa essersi tolta vita, a seguito delle presunte vessazioni subite nel reparto dell’ospedale Santa Chiara di Trento, diretto da Saverio Tateo e dalla sua vice Liliana Mereu, dove lavorava. La sua scomparsa ha dato il via a una complessa vicenda giudiziaria, che, grazie al coraggio della famiglia Pedri, ha coinvolto altre 21 persone tra medici, infermieri e ostetriche, 10 delle quali si sono costituite parte civile. L’ultimo atto del processo, il 31 gennaio scorso, ha visto l’assoluzione dei due dirigenti. "Il fatto non sussiste", ha decretato il giudice Marco Tamburrino. Nonostante la sentenza non abbia dato il risultato sperato dalla famiglia, Emanuela Pedri continua la sua battaglia per tutelare le vittime di bullismo attraverso l’associazione Nostos, non-profit con sede a Forlì, di cui è anche presidente.

"Il dolore nei primi anni era travolgente, oggi, c’è ancora, però si è trasformato. L’assenza di Sara – spiega Emanuela – ci ha obbligato a uno sforzo interiore, ma il suo ricordo ci illumina ogni giorno. Ora il cerchio si è chiuso, abbiamo trovato la pace. Il nostro impegno adesso è cercare di aiutare gli altri e chiedere con forza una legge contro il mobbing".

Valentina Paiano