scuola media ’Virgilio’ di Predappio

Ad oggi ci sono dieci stamperie romagnole in Italia, ma quella di Santarcangelo è l’unica con il Mangano a ruota ancora attivo .

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Ci troviamo a Santarcangelo di Romagna, in via Cesare Battisti 15, nella piccola bottega della stamperia di Alfonso Marchi e dei suoi figli, ancora in attività per preservare e continuare l’antica tradizione della stampa romagnola. Dalla bottega sono passate quattro generazioni, ad oggi ci lavorano: Alfonso Marchi, Gabriele e Lara, i figli che hanno introdotto nella stamperia la pittura e Massimo Modula, artista visivo, musicista, poeta e autore di canzoni.

Ma come funziona la stamperia? I tessuti di canapa, cotone o lino, poi decorati con stampi di legno e colorati con la ruggine, vengono stirati con il Mangano.

Sapete cos’è? È un’antica macchina creata dai Greci nel 600 per raccogliere l’acqua e per sollevare i minatori e i materiali trovati in miniera. Venne modificata nel Medioevo da Leonardo Da Vinci e oggi serve a stirare e dare morbidezza ai tessuti. Questo meccanismo, composto da una ruota in legno e da un masso, entrambi di 55 quintali, funziona grazie al peso umano. Inizialmente erano necessarie cinque o sei persone, ma, grazie ad uno dei più grandi inventori italiani, oggi basta la forza motrice di un solo individuo: infatti un uomo, salendo sulla ruota, rompe l’equilibrio tra questa e il macigno, facendolo muovere. Quando il masso si alza, sotto viene inserita la tela arrotolata su un rullo di legno di oppio, chiamato subbo. In questo modo il tessuto si ammorbidisce, diventando più liscio e maneggevole.

Dopo la stiratura la tela è pronta per essere stampata. Sapevate che in questa bottega ci sono più di duemila stampi? Sono fatti di legno di pero, poiché questo è l’unico che resiste all’assorbimento del colore e ai numerosi lavaggi senza ’imbarcarsi’ o sgretolarsi. Si pensa che il primo disegno sia stato quello di Sant’Antonio, protettore degli animali, perché in origine questi tessuti erano utilizzati dai contadini per coprire i buoi.

Nel tempo si sono aggiunti simboli naturali, animali, religiosi e astratti. Gli stampi sono intagliati a mano da Gabriele, che poi li ricopre con un inchiostro fatto di ruggine, aceto e altri ingredienti che ogni stamperia tiene segreti. La ricetta è ancora la stessa, ma, con il tempo, al tradizionale color ruggine ne sono stati affiancati altri. Gli stampi vengono pressati sulla tela con l’aiuto del mazzuolo, un martello di quattro chili fatto di piombo ricoperto di legno, che presenta una parte più larga e una più stretta. Per far attaccare tutto il colore si batte sullo stampo con la parte minore.

In questo modo si possono ottenere maggiore forza e precisione. Le imperfezioni vengono poi corrette a mano con un pennello. La famiglia Marchi non stampa solo su tela, ma anche su magliette, grembiuli, tovaglioli e perfino abiti da sposa. Sapevate che alcuni stilisti hanno utilizzato queste stoffe per le loro sfilate? Con il tempo la produzione si è allargata e oggi la famiglia non vende solo in Italia, ma anche all’estero.

Dopo la fase di stampaggio si passa al fissaggio attraverso l’immersione della tela in un ’bagno speciale’, sempre segreto, che ha il potere di rendere il colore indelebile e resistente ai lavaggi moderni. Una volta per fissarlo si utilizzava l’urina, per fortuna oggi i metodi sono cambiati. Successivamente si procede alla fase di lavaggio, divisa in tre passaggi: si inizia sciacquando il tessuto, poi lo si insapona, infine si aggiunge la candeggina, senza però utilizzare l’ammorbidente, che rovinerebbe il lavoro. Giunti a questo punto vi starete domandando chi ha realizzato questo antico macchinario. Il signor Alfonso, nel cercare la firma dell’artefice, ha trovato un tassello in cui suppone ci sia il nome o il simbolo del costruttore del Mangano, ma non si sa con certezza perché ha deciso di non aprirlo per non rovinare la macchina. Il mistero persiste… Questa visita è stata un’esperienza bellissima perché, entrando nella piccola bottega, abbiamo imparato qualcosa in più sulla cultura romagnola e abbiamo capito che la nostra vita può funzionare anche senza tecnologia. Trovandoci in un mondo così avanzato, ogni tanto è bello staccare la spina e tornare nell’antichità, magari vedendo il Mangano in funzione.

classe 2ªA