FABIO GAVELLI
Cronaca

Università, iscritti in calo "Per tornare a crescere servono aule più grandi"

Caccia a nuovi spazi: in attesa dell’Hotel della Città che avrà anche stanz arriva Campostrino con almeno 170 posti. Altri 20 all’ex scuola Enav

Università, iscritti in calo "Per tornare a crescere servono aule più grandi"

di Fabio Gavelli

Per il secondo anno consecutivo cala il numero delle matricole iscritte ai corsi del campus di Forlì: a gennaio erano 2.075, contro le 2.189 dello scorso anno accademico. Una flessione del 5,2%, che però è inferiore alla media dell’intera Università di Bologna (-6,5%) e a quella del campus di Ravenna (-15,4%); appena più contenuta la discesa di Rimini (-3,7%), solo il campus di Cesena è in controtendenza, perché i nuovi iscritti aumentano dell’1,9%. È stato il rettore Giovanni Molari a illustrare ieri l’andamento delle immatricolazioni, nella sede dell’Alma Mater.

"Sono numeri che ci aspettavamo, dopo i due anni eccezionali della pandemia e visto il ritorno della didattica in presenza – dice il rettore Giovanni Molari – . In molti casi, inoltre, si tratta di cali fisiologici, registrati in settori che nell’ultimo periodo avevano visto una grande crescita degli iscritti. Se il dato nazionale sulla diminuzione delle immatricolazioni sarà confermato, dovremo essere ancora più decisi sul fronte dell’orientamento all’università". La discesa dei nuovi studenti non preoccupa il prof Emanuele Menegatti, presidente del campus di Forlì. "Il ritorno in presenza ha indotto alcuni studenti che abitano lontano a iscriversi negli atenei più vicini – spiega il docente –. Inoltre abbiamo continuato a perdere iscritti al corso triennale di Sociologia, che due anni fa era esploso con 330 studenti, ma che dopo l’introduzione del numero programmato, è sceso a 280 nel 2022-23 e a 170 quest’anno. Dal prossimo anno abbiamo dunque deciso di togliere l’accesso limitato".

Le altre aree che hanno visto scendere le matricole sono Economia e Scienze politiche. Al campus di Forlì, che in totale annovera comunque 6.800 studenti, restano molto richieste Ingegneria – "che satura quasi tutti i posti disponibili" – , il dipartimento di Interpretazione e Traduzione, così come Medicina, anch’esso a numero chiuso (95 posti, anche se si ragiona già di salire a 150). "Il campus potrebbe crescere fin da adesso, ma il limite è dato dalla mancanza di aule di grandi dimensioni – prosegue il prof Menegatti – . Abbiamo molte domande per i corsi a indirizzo internazionale, che rappresentano la vocazione di Forlì, ma non possiamo soddisfarle tutte. Però con la disponibilità da settembre di un’aula da 170-180 posti al Campostrino dovremmo invertire il trend".

Alla possibilità di reperire nuove sale per le lezioni si lega anche l’eventuale ampliamento di Medicina, ma c’è il progetto di costruire una palazzina nell’area ospedaliera che servirà a questo scopo. Un altro fattore che può incidere sul calo delle immatricolazioni, sottolineato anche dal rettore Molari, è la difficoltà degli studenti a trovare alloggio. "Il problema si avverte anche a Forlì – continua il presidente del campus – . Abbiamo lo studentato Sassi-Masini da 120 posti, ma si aggiungerà l’ex scuola Enav presso Ingegneria, dove ricaveremo un’altra ventina di posti. In prospettiva, ma i tempi saranno più lunghi, attendiamo poi l’Hotel della Città".

Fra le novità del prossimo anno accademico, anche l’avvio, ad accesso libero, del corso in lingua inglese di Ingegneria meccanica. "Mentre Ingegneria nautica – conclude il prof Menegatti – non riuscirà a partire nel 2023-24, ma probabilmente scatterà l’anno seguente". In quel caso il problema è il reperimento di docenti specializzati.