La grande mostra sui Preraffaelliti è "una sfida vinta"

Aperta da sabato al San Domenico, il sindaco Zattini: “Nessun forlivese sa più immaginare la città senza le grandi mostre”

Forlì, 23 febbraio 2024 - Sarà visitabile a partire da domani la nuova grande mostra forlivese Preraffaelliti, Rinascimento moderno, visitabile fino al 30 giugno e allestita al San Domenico. Oggi una breve visita del ministro Sangiuliano, in città per firmare l’accordo con Demanio e Comune per dare un futuro all'ex convento di Santa Maria della Ripa (questa mattina il ministro era stato a Bologna per la creazione del Museo della Cultura Italiana). 

“Da 19 anni diamo vita non solo alle grandi mostre, ma a un progetto culturale che ha trasformato Forlì in una città di cultura - ha commentato alla presentazione ufficiale il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi Maurizio Gardini -.  Questa volta abbiamo fatto qualcosa in più: una mostra dal respiro internazionale”. Gadini ha dedicato un momento anche ad Antonio Paolucci, storico promotore delle mostre forlivesi recentemente scomparso: “E’ un maestro che ci ha sempre spronato nella costruzione di una visione complessa. Questa mostra gli piacerebbe molto”.

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Il sindaco Gian Luca Zattini definisce l’esposizione “una sfida vinta” e continua: “Nessun forlivese sa più immaginare la città senza le grandi mostre. Per me ora è tempo di bilanci – si riferisce alla fine imminente del suo mandato –. Ho visto realizzare ben 5 mostre in condizioni critiche: Covid, crisi economica e alluvione, eppure la Fondazione non si è mai fermata e anche quest’anno ha dato vita a un’esposizione ricchissima. Forlì è diventata una grande città d’arte e noi stiamo lavorando in quella direzione”.

"Questa è una mostra internazionale - le parole del direttore generale delle grandi mostre Gianfranco Brunelli - e possiamo dire che è anche una mostra infinita perché il confronto non terminerà con la mostra stessa, ma proseguirà oltre, grazie ai tanti rimandi interpretativi che ci offrono le opere". 

Le opere sono oltre 300, snodate non solo nei due piani del San Domenico, ma anche all'interno della ex chiesa di San Giacomo.