Forlì, 28 agosto 2023 – Scricchiola, nel primo trimestre del 2023, l’export del distretto del mobile forlivese: secondo quanto emerge dall’analisi periodica della direzione studi e ricerche del gruppo bancario Intesa Sanpaolo, relativa ai distretti industriali emiliano-romagnoli, la performance sui mercati esteri del polo del mobile imbottito di Forlì sarebbe calata almeno dell’11,5% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Su 19 distretti esaminati in regione, solo 5 mostrano risultati negativi: oltre al mobile forlivese, risultano in calo anche i salumi di Reggio (-7 milioni di euro, pari a una riduzione del 27,9%) e il lattiero-caseario parmense (-1,6%); il colosso delle piastrelle di Sassuolo (-90 milioni, pari al -8,1%); il distretto della maglieria di Carpi (-62 milioni, -33,6%). Complessivamente, l’export dei distretti manifatturieri emiliano-romagnoli cresce dell’11,8%, trainato da meccanica, meccatronica e agroalimentare.
Un passo indietro non si verificava, per il distretto forlivese, dal terribile anno pandemico: già nel 2021, infatti, il cosiddetto ‘Sistema casa’ era stato tra i primi a riprendere vigore. Per averne conferma basta scorrere i precedenti rapporti: già nel primo semestre del 2021, in piena pandemia, l’export forlivese era giudicato ‘eccellente’, tanto da guadagnarsi il titolo di miglior distretto del legno-arredo in Italia (+69,4% rispetto al I° semestre del 2020 e +55,7% rispetto al I° semestre del 2019, in epoca pre-Covid).
Se, in quell’occasione, erano stati i mercati francese e cinese a guidare la ripartenza, due anni più tardi sono soprattutto i mercati del Sudest asiatico a segnare il passo, facendo peggiorare drasticamente i numeri. Come si legge nel rapporto, reso noto nei giorni scorsi dal gruppo bancario, "la performance dei mobili imbottiti di Forlì (-13 milioni, -11,5%) risulta negativa a causa del forte calo delle vendite in Cina e degli arretramenti negli Usa e Corea del Sud. Ciò malgrado il buon andamento in Francia".
A pesare, dunque, è soprattutto il rallentamento dell’economia cinese, che ha già autorizzato gli osservatori internazionali ad agitare lo spettro di una nuova ‘Lehman Brothers’ asiatica. Chi contava sul rimbalzo della crescita cinese dopo la fine delle restrizioni per il Covid non aveva fatto i conti, infatti, con l’aggravamento della crisi immobiliare di quello che è tuttora il secondo partner commerciale dell’Unione europea dopo gli Usa. La minaccia cinese è destinata a far tremare non solo il distretto forlivese, ma tutto l’export italiano ed europeo.