Imola, l'Accademia scarica il Comune

Il maestro Scala attacca: "La città è come una barca alla deriva"

Il maestro Franco Scala

Il maestro Franco Scala

Imola, 23 luglio 2019 - «Siamo arrivati a un determinato numero di allievi proprio in previsione di qualcosa di importante. Per poter esprimere, come ci era stato promesso, le potenzialità della nostra scuola. E invece no, ci troviamo al punto che ci mancherà lo spazio. Ad averlo saputo prima, ci saremmo fermati». L’amarezza è quella del maestro Franco Scala, fondatore e direttore dell’Accademia pianistica. L’istituzione dal respiro internazionale che ha sede alla Rocca sforzesca, ma aspetta da tempo di potersi allargare con aule, mensa e foresteria prendendo in affitto uno dei padiglioni dell’Osservanza di proprietà del Con.Ami, ha infatti ottenuto a marzo di quest’anno dal ministero l’auspicata equipollenza del proprio titolo di studio rilasciato a una laurea universitaria. E aspetta di partire con i ‘nuovi’ corsi.

Alla mossa del Governo, grazie alla quale gli iscritti potrebbero lievitare dagli attuali 180 a 300/400, la Regione ha rispondo ‘rilanciando’. Mettendo cioè sul tavolo 200mila euro l’anno fino al 2021. In tutto questo, il Comune che fa? Nulla, secondo l’Accademia. Che per questo, attraverso il suo fondatore, le suona al palazzo di piazza Matteotti. E in particolare alla sua inquilina più celebre, la sindaca Manuela Sangiorgi.

«L’Emilia-Romagna, per la prima volta in 30 anni, si accorge di noi; ma mentre facciamo un passo in avanti, ce n’è subito un altro indietro – è la ricostruzione di Scala –. E dunque è come essere fermi nello stesso posto». Il riferimento è a un recente incontro che lo stesso direttore dell’Accademia ha avuto, qualche giorno fa, proprio con la prima cittadina.

«Mi ha fatto molto piacere – è la premessa di Scala –. Qui sotto alla Rocca c’è una sala: vuole farne un’enoteca, come quella di Dozza; ma a noi avrebbe fatto comodo. Poi ha detto che toglierà i capperi dalle mura. Va bene, anche se sono belli. Ma ho capito che del progetto dell’Osservanza non era nemmeno a conoscenza».

Da qui la delusione di Scala, condivisa dal vicepresidente dell’Accademia pianistica, Davide Fiumi, e dalla Sovrintendente, Angela Maria Gidaro, al suo fianco in una conferenza stampa dal titolo che è tutto un programma: ‘Accademia, Università e sostegno istituzionale. L’esempio della Regione Emilia-Romagna’. «Arrivati a questo punto sarebbe ora di goderci il momento – ammette il fondatore dell’Accademia –, ma diventa difficile. Tutti, dal di fuori, apprezzano la nostra eccellenza; mentre a Imola vedo sempre una certa rigidità. La fatica di riconoscerla come qualcosa di importante. E questo va a discapito dello sviluppo della scuola».

Poi l’affondo che va ben al di là dello spartito musicale. «Imola sembra una barca in mezzo al mare senza comandante – azzarda Scala –. Il mozzo dice che il capitano non capisce niente. E poi ci sono i marinai, gli imolesi, che si guardano in faccia e si chiedono cosa stia succedendo. Qualcosa di inquietante».