
Mariana Pintea mostre le piantine di aronia
Imola, 27 agosto 2018 - Somiglia al mirtillo, ma fa ancora meglio alla salute. Le bacche violacee non sono ancora molto diffuse, però due pionieri della coltivazione di aronia sono nella valle del Santerno. Sono Marco Martelli, di Fontanelice, e Mariana Pintea di Castel del Rio. Lui ha mezzo ettaro dedicato alla bacca, lei due ettari nell’alta vallata. Perché buttarsi su questa novità? Non ha nemici patogeni naturali e rende. Soprattutto, potrebbe essere una valvola di sfogo per quanti, soprattutto in Vallata, hanno a che fare con la crisi dell’albicocca, tra malanni meteorologici, stagioni poco propizie e prezzi scarsamente remunerativi. "La bacca – spiega Martelli nel suo podere di via Gesso – arriva dal Canada. I maggiori produttori sono i Paesi del nord e dell’est Europa. Nel vecchio continente il maggior produttore è la Polonia. Buona? Ha un sapore un poco asprigno, lega un po’ il palato, ma nessun agente patogeno l’attacca. E fa bene".
Sul web ma anche solo fra gli appassionati di tisane e confetture come tradizione comanda, c’è una consapevolezza diffusa sulle ottime caratteristiche dell’aronia.
"Ho un laboratorio di trasformazione della frutta in confetture – racconta Martelli –. Ho cercato piccoli frutti che potessero adattarsi a questa zona, anche senza irrigazione e con il problema della pendenza delle colline. L’aronia è l’ideale. E’ una pianta da bosco che in Italia per ora viene coltivata in pochissime località: Gorizia, Trentino, Liguria, ora noi. Io da mezzo ettaro passerò a sette ettari il prossimo anno. Se irrigassi terreni ottimi potrei ricavare 200 quintali di bacche a ettaro, ma qui, senza irrigazione, me ne aspetto ottanta".
La Regione ha concesso alcuni contributi per avviarne la coltivazione ("ma devono ancora arrivare attraverso il Piano di sviluppo rurale", dice Martelli), e altre risorse sono in arrivo tramite il Gal. "La voglio fare conoscere – dice Martelli –. Produrla costa meno della metà del mirtillo, e, quando avremo degli ettari da raccogliere, lo potremo fare con le macchine. La trasformerò soprattutto in succo di frutta, nel laboratorio. Perché ho scelto questa bacca? L’esigenza è nata dalla crisi dell’albicocco. Ora ho cotogno bio, susino bio, albicocchi bio. Nel laboratorio li trasformerò, insieme con il fico e l’amarena e naturalmente l’aronia". Chi ha studiato le proprietà dell’aronia si è trovato di fronte a un serbatoio di salute: elevate proprietà antiossidanti, epatoprotettive, gastroprotettive e antinfiammatorie. Quasi una medicina naturale in succhi, tisane, marmellate, macedonie e frullati.