Imola, "Due concerti nel 2019. La Formula 1? È difficile"

Roberto Marazzi, neo direttore dell’autodromo, parla delle iniziative e delle novità sul circuito

Roberto Marazzi, 66 anni, ex pilota

Roberto Marazzi, 66 anni, ex pilota

Imola, 2 giugno 2018 – Inizia ufficialmente l’era di Roberto Marazzi, 66enne ex pilota automobilistico e funzionario Aci, al timone dell’Autodromo. Il nuovo direttore generale dell’Enzo e Dino Ferrari, vincitore del bando pubblico che ha segnato la fine dell’esperienza in riva al Santerno di Pier Giovanni Ricci dopo meno di due anni e mezzo, è atteso in città nelle prossime ore. Marazzi, quali sono le sue sensazioni alla vigilia di questa nuova avventura?

«Molto belle e positive. Imola l’ho amata sia da pilota che da organizzatore di eventi. Qui ho corso la mia prima gara automobilistica, ed è un po’ come tornare a casa. Avere un ruolo di responsabilità a Imola è sempre stato il mio sogno: questo Autodromo lo sento come mio più di quello di Vallelunga, dove pure ho mosso i miei primi passi. Ho entusiasmo e voglia di fare, spero di trasmetterli a tutto l’ambiente».

Cosa significa arrivare a stagione in corso?

«E’ una complicazione. Per quanto riguarda quest’anno si potrà fare poco e bisogna mettersi a lavorare in fretta per il 2019, perché i temi sono stretti. Entro luglio voglio che sia definito un primo programma e ho già attivato le mie conoscenze per sondare le varie possibilità. Anche se sono uno che le cose cerca di farle, prima di raccontarle».

Che idee ha per il calendario 2019?

«Diverse. Per la parte sociale saranno importanti i concerti e soprattutto il mondo del cinema, una cosa che secondo me a Imola è mancata in questi anni visto che lo spazio dell’Autodromo non è mai stato strutturato per ospitare un festival all’aperto. Ecco, se piacerà al Cda questa è una cosa che si può concretizzare, così come la possibilità di puntare su gruppi di danzatori. Insomma, cose nuove».

Il grande assente di questo 2018 è il concerto.

«Non c’è dubbio. Per il 2019 penso a due grandi eventi, perché quelli piccoli pur comportando gli stessi problemi organizzativi non danno gli stessi risultati. Il nome ci vuole».

A proposito di nomi, gli imolesi sognano sempre MotoGp e Formula 1.

«Sulla Formula 1 non illudiamoci, è un percorso complicato e difficile che si può cominciare a impostare, ma per portarlo a termine non bastano nemmeno i miei due anni e mezzo di permanenza. Certo, dobbiamo sempre farci trovare pronti, perché Liberty media non è Ecclestone. E qualcosa si sta muovendo. Quanto alla MotoGp, non dico che sia più realizzabile, ma ci proveremo».

E gli altri eventi motoristici?

«Voglio capire se è possibile riportare qui la Le Mans Series, per questo mi incontrerò a breve con gli organizzatori. E poi mi sto muovendo per il Blancpain Gt».

Resta il nodo dei comitati anti-rumore.

«Cercheremo di rispettare il limite dei 60 giorni. Se poi ci sarà un evento di portata molto importante chiederemo una deroga o la comprensione per fare uno sforzo in più. Ma io con la popolazione vorrei un bel rapporto, dimostrare che è nell’interesse di tutti far vivere bene l’Autodromo».

A Imola ormai si cambia direttore ogni due anni. Teme che la sua esperienza qui possa essere breve?

«Mi auguro proprio di no. Prenderò casa a Imola perché voglio essere dentro la città e penso che, se si lavora bene e tutti sono contenti, non c’è motivo di cambiare. L’importante è lavorare onestamente e ottenere risultati».

Il 10 giugno si vota per le amministrative, cosa si aspetta dal nuovo sindaco?

«Francamente non ho avuto modo di conoscere i candidati e non posso augurarmi né una cosa né un’altra. Credo però che i programmi di Formula Imola siano abbastanza chiari e che ultimamente si sia lavorato bene. Bisogna continuare così».