Imola, la banda fa troppo rumore. E arriva un esposto

Le prove del gruppo, in via Fratelli Bandiera, finiscono sotto la lente per le "eccessive emissioni sonore"

La banda di Imola

La banda di Imola

Imola, 9 ottobre 2017 - Un esposto  per chiedere agli enti preposti di valutare le «emissioni sonore della banda di Imola durante le sue prove» che si tengono nella sede di via Fratelli Bandiera. Attraverso il documento, depositato lo scorso agosto dall’avvocato Gabriele Valentini in Comune, in Questura e al comando dei carabinieri di Imola, si mira a innescare un percorso di verifica per accertare se tali emissioni siano o meno «nei limiti imposti dal Regolamento comunale sulle attività rumorose» e se rispettino il «Regolamento di polizia comunale che prevede limitazioni all’uso di strumenti musicali». Perché il legale, residente con la famiglia in via Fratelli Bandiera, avanza più d’una perplessità in merito.

«La banda – scrive nell’esposto Valentini – si compone di oltre settanta elementi i quali, più volte la settimana, dalla 20.30 alle 23 circa, si ritrovano in questa sala per svolgere le loro prove: inutile dire che tale attività produce un’onda sonora, della durata di diverse ore, del tutto insopportabile che determina un effetto di inquinamento acustico davvero dannoso». Detto ciò, per l’avvocato le emissioni sonore della banda sarebbero «lesive delle specifiche norme regolamentari adottate sin dal 2011 dal Comune». Oltre a questo, «accade spesso, a tutte le ore del giorno, sabato e domenica compresi, che vi siano alcuni musicisti che, da soli o in gruppi, si esercitano al loro strumento».

In particolare, Valentini si riferisce a un corso di batteria che si svolge nella sede di via Fratelli Bandiera il sabato pomeriggio, disturbando in più occasioni, segnala sempre l’avvocato, il riposo suo e dei familiari. «Vale anche la pena ricordare – prosegue – che la scuola Vassura Baroncini, presente negli stessi locali, ha tutte le aule di insegnamento perfettamente insonorizzate, a differenza della banda».

L’esposto è solo il frutto di più segnalazioni («rimaste tutte senza alcun utile risultato» dice) effettuate nell’ultimo anno sia alle forze dell’ordine che all’assessorato alla Cultura. «Ho la camera da letto a quattro metri dalla banda, d’estate non posso nemmeno aprire la finestra – rincara l’avvocato –. Se si trattasse di un locale che fa musica fino a mezzanotte, gli avrebbero già tolto la licenza», ironizza.

Dal canto suo, l’assessorato alla Cultura rimanda la questione alle Istituzioni Riunite, in quanto ente proprietario dell’immobile, al quale avrebbe girato tutte le segnalazioni pervenute in piazza Matteotti. Prova a fare la quadra il presidente Edore Campagnoli: «Le Istituzioni Riunite hanno un contratto diretto col Comune per l’utilizzo dell’immobile. A sua volta, il Comune destina i locali alla banda cittadina. Detto ciò – assicura l’avvocato –, sono stati avviati, unitamente con Arpae e il conduttore del locale, tutti gli accertamenti necessari per verificare gli orari in cui gli elementi suonano e fino a che punto il rumore supera il limite di decibel previsto dalla legge».