Lo storico e divulgatore Alessandro Barbero è stato accolto a braccia aperte da Imola. In occasione del Baccanale, durante la kermesse dedicata all’olio, nella splendida cornice del teatro Ebe Stignani c’è stato il dialogo tra Barbero e il professor Massimo Montanari, docente dell’università di Bologna, in tema di, "Alimentazione e società nel medioevo".
Un evento diventato sold out a soli pochi minuti dalla vendita dei biglietti un mese fa. Tra chiacchiere sull’utilizzo dell’olio, il rapporto con il cibo dei frati francescani e la gestione delle razioni del cibo durante le guerre, Barbero non ha mancato, in conferenza stampa con i giornalisti, di sottolineare l’importanza culturale del Baccanale. "Il Baccanale si inserisce in una tradizione tipicamente italiana, che ci rende unici al mondo – ha infatti detto lo storico –, noi italiani abbiamo infatti la fortuna di avere una quantità straordinaria di festival molto densa, culturali e non solo. Il Baccanale si inserisce in questo nostro aspetto culturale: esaltare la tradizione in forza del fortissimo orgoglio che possiedono le città nei riguardi della propria tradizione".
Una tradizione che difficilmente però proviene, a livello culinario, dal medioevo. "Quando leggiamo delle montagne di maccheroni descritte da Boccaccio, con sopra il formaggio grattugiato, bisogna vedere se fosse veramente formaggio, poteva essere anche zucchero. Insomma, non abbiamo una tradizione diretta, la tavola medievale era piena di tutto", ha raccontato Barbero. Ma che ordine seguiva il pranzo medievale di una volta? "Noi oggi abbiamo una distinzione tra momento in cui si mangia salato e dolce finale – ha proseguito Barbero in rispondendo alle domande dei giornalisti presenti – invece nel medioevo non era così. Il pranzo poteva cominciare con un piatto di ciliegie, per esempio". Per quanto riguarda gli orari dei pasti, oggi la quotidianità è simile a quella di una volta. "Gli orari della quotidianità in momenti normali credo che nel medioevo fossero simili ai nostri, quindi, due pasti principali e sostanziosi, uno intorno a mezzogiorno e uno quando viene buio. L’orario del pranzo ha però cominciato ad essere spostato sempre più in avanti nel pomeriggio nel mondo della borghesia, ma questo è diventato un aspetto particolare che sottolineava la differenza tra i ricchi e i poveri", ha spiegato il professore.
L’utilizzo dell’olio, invece, tema cardine della kermesse del Baccanale, è da intendersi, in periodo medievale, in maniera molto ampia. "L’olio veniva utilizzato per l’illuminazione e come unguento – ha infatti precisato Barbero –, nella cucina si diffonde soprattutto nella zona mediterranea. Quindi, gli europei del nord, che non erano abituati, per esempio, descrivono, durante la guerra contro Napoleone in Spagna, il disprezzo nell’utilizzo dell’olio nella cucina". Insomma, Barbero è riuscito a incantare tutti, grazie alle sue conoscenze e il suo innato carisma. Il suo successo di pubblico è stato confermato dagli scrosci di applausi all’ingresso sul palcoscenico. "Imola è una città gradevolissima – ha concluso Barbero in conferenza stampa –, ho avuto la possibilità di fare una passeggiata e ne sono rimasto colpito. Certo, un’accoglienza sotto l’alluvione non era proprio quello che mi aspettavo, ma per fortuna il tempo è migliorato".
Francesca Pradelli