Bio-On: all’asta stabilimento, azioni e brevetti

Dopo il crac dell’azienda di bioplastiche, in Tribunale tutto sarà battuto all’incanto il 5 maggio: si parte da 95 milioni di euro

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Si scrive una nuova pagina per ’l’Unicorno’ delle bioplastiche made in Castello. Bio-On, in poco più di un anno, è passata da rampante matricola da un miliardo alla Borsa di Milano (le società dette appunto ’Unicorni’), al fallimento e poi all’asta del prossimo 5 maggio. Nel giorno della coincidenza ’napoleonica’, si apriranno le offerte per iI nuovo stabilimento, inaugurato in pompa magna solo pochi anni fa. In vendita anche brevetti, marchi, partecipazioni azionarie, le attrezzature e le scorte di magazzino nonché contratti pendenti, inclusi i rapporti di lavoro subordinato in essere. Che, al momento sono 28, a fronte degli 80-90 dipendenti dei tempi d’oro, cioè prima del fallimento del dicembre 2019.

Lo hanno comunicato i curatori, Antonio Gaiani e Luca Mandrioli, dopo il via libera del Tribunale fallimentare di Bologna ai programmi di liquidazione dell’azienda. All’asta un lotto unico congiunto che comprende il sito produttivo di Castel San Pietro, il portafoglio brevetti e marchi, le partecipazioni azionarie, la tecnologia fermentativa, i beni mobili, le attrezzature e le scorte di magazzino nonche’ contratti pendenti, inclusi i rapporti di lavoro subordinato in essere.

Si dice "molto soddisfatto del percorso fatto fin qui" il sindaco Fausto Tinti: "Avere una gara già il 5 maggio, praticamente come preventivato dai curatori è un ottimo risultato – prosegue – . Ma ancor più importante è il futuro del sito produttivo e di tutto il patrimonio aziendale, comprese le conoscenze, che verranno vendute in blocco e non verrà fatto dell’impianto industriale all’avanguardia uno ’spezzatino’. Nel pacchetto ci sono anche quei 28 lavoratori che hanno sempre creduto nell’azienda: ora per loro sembra delinearsi un futuro sempre all’interno di una soluzione industriale"

La base d’asta è un patrimonio: 94.956.796 euro, le offerte in aumento non potranno essere inferiori a 100mila euro.

"Al fine di permettere ai soggetti interessati di dar corso ad una compiuta due diligence delle predette aziende, il collegio dei curatori dei fallimenti Bio-On e Bio-On Plants hanno predisposto un’apposita e unica data room contenente tutti i dati e le informazioni relative alle due società fallite", spiegano i professionisti.

L’accesso alla data room è disciplinato utilizzando la documentazione disponibile sul sito del portale delle vendite pubbliche all’indirizzo internet www.pvp.giustizia.it e sul sito del fallimento Bio-On all’indirizzo internet www.bio-on.it.

La prima ’bomba’ scoppiò nel luglio del 2019, quando un rapporto di Quintessential capital management, un fondo d’investimento americano che parlava di "tecnologia improbabile", "fatturato e crediti essenzialmente simulati grazie a un network di scatole vuote", una situazione finanziaria che "risulta precaria" e una "serie irregolarità" nei conti, e nonostante l’azienda respingesse gli addebiti, il titolo che nell’estate 2018 arrivò a toccare i 70 euro, massimo di sempre, con una capitalizzazione di 1,3 miliardi, colò a picco.

Dopo tre mesi, il 23 ottobre la Procura di Bologna fa scattare misure cautelari e interdittive per tre uomini di spicco del gruppo. A cominciare dal fondatore e ormai ex presidente, Marco Astorri (finito ai domiciliari e in seguito liberato), indagato per false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, ma che da sempre respinge le accuse (gli arresti domiciliari sono stati, nel frattempo, revocati). Dopo che lo scorso dicembre il tribunale ha dichiarato il fallimento, l’azienda è stata affidata ai curatori Antonio Gaiani e Luca Mandrioli, che hanno traghettato la start up fino all’asta prevista per il 5 maggio.