Caro-bollette, allarme Sacmi "Così finiamo fuori mercato"

Il presidente Mongardi intervistato dalla Cctv, la televisione di Stato cinese "Costi raddoppiati quest’anno, a rischio la competitività delle aziende italiane"

"I nostri costi energetici sono raddoppiati nel 2022 rispetto allo scorso anno. E prevediamo che nel 2023 siano il triplo del 2021. Questo incide moltissimo sulle produzioni: tali maggiori costi non sempre si riescono a trasferire sul mercato, perché è difficile fare aumenti del proprio prodotto oltre una certa grandezza". A (ri)lanciare un allarme che accomuna ormai quasi tutte le aziende italiane, dalle micro-imprese alle grandi realtà, è il presidente di Sacmi, Paolo Mongardi. E lo fa direttamente dai microfoni della Cctv, la principale rete televisiva cinese, controllata dallo Stato, che lo ha intervistato nei giorni scorsi a proposito delle difficoltà dell’industria manifatturiera italiana alle prese con la crisi energetica legata alla guerra in Ucraina.

D’altra parte, il colosso imolese è ben conosciuto anche in Oriente. Solo in Cina, Sacmi è presente con una sede commerciale a Shanghai, con circa 40 dipendenti, uno stabilimento a Changshu, dove lavorano in altri 40, e con un grande impianto nella zona Sud del Paese, nella provincia di Guangdong, con oltre 300 addetti.

"Il costo dell’energia incide sulla competitività dei prodotti – ricorda Mongardi –. Dobbiamo aumentare i prezzi per sottostare ai costi del gas e non siamo competitivi con le altre parti del mondo".

E le prospettive sono tutt’altro che rassicuranti: se la Russia interrompesse del tutto la fornitura di gas naturale, l’Italia avrebbe un gap di gas di circa 4 miliardi di metri cubi. E questo, a sua volta, significherebbe ‘chiudere’ quasi un quinto della produzione industriale italiana. Ciò potrebbe portare a diversi scenari, come una strategia di razionamento o quella ricerca di fonti di energia alternative oggi però particolarmente complicata.

"Per quelle ci vorrà ancora tempo – frena infatti il presidente di Sacmi –. Nelle ceramiche stiamo avviando i primi a impianti a idrogeno, ma si è ancora molto indietro nello sviluppo di questa tecnologia".

Mongardi prova comunque a guardare con fiducia al futuro. "È importante rimanere ottimisti e tenere presente che la situazione attuale è probabilmente transitoria – conclude Mongardi –. La crisi ci spinge a pensare a fondo per trovare le alternative che garantiscano ricompense a lungo termine".

Del resto, Sacmi ha già dimostrato di saper uscire indenne, e anzi rafforzata, dalla pandemia. Nell’esercizio 2021 i ricavi consolidati hanno superato gli 1,5 miliardi di euro, in crescita di quasi il 40% rispetto al 2020, con volumi di vendite tornati a livelli strutturalmente superiori a prima della crisi sanitaria. A questi dati si è accompagnata una ulteriore crescita della base occupazionale, che ha superato le 4.700 persone, 3.200 delle quali impiegate nelle società italiane del gruppo.