"Caro bollette, rischiamo di chiudere i battenti"

L’allarme di Confesercenti e Ascom: "I negozi non reggono l’onda d’urto, dovranno alzare i prezzi. Licenziamenti all’orizzonte"

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di Mattia Grandi

È ormai incubo bollette anche ad Imola. Aziende, negozi e famiglie stretti nella morsa dei rincari delle utenze che non concedono sconti a nessuno. La sostenibilità delle attività è sempre più a rischio davanti alla sberla del costo dell’energia elettrica e del gas. Cifre almeno raddoppiate, ma nei peggiori dei casi anche triplicate, rispetto ad un anno fa. Emergenza vera. E all’orizzonte non si intravede nulla di buono.

"Siamo molto preoccupati perché l’aumento della spesa fissa per le utenze è ormai una variabile incontrollabile per i commercianti e le imprese – spiega Sabina Quarantini alla guida di Confesercenti Imola –. Una crescita esponenziale che incide in modo significativo sui bilanci e sulla reddittività delle attività. Difficile trovare soluzioni a breve termine".

Sono tante le realtà in difficoltà anche sul nostro territorio. "Le cifre sono cresciute a partire dal 2020 con percentuali complessive molto alte – continua –. Esempi? In due anni l’energia elettrica è aumentata del 106%. Il gas, invece, del 260%. In media parliamo di utenze rialzate del 155%".

Sono coinvolti tutti. "Le maggiori criticità toccano bar e ristoranti. Leggermente inferiore la pressione sugli esercizi di vicinato meno energivori – sottolinea la presidente –. Il problema riguarda anche le famiglie. Così si abbassa il potere d’acquisto e crollano i consumi". Analogo scenario sulle materie prime. "Rincari continui anche su questo fronte – analizza la Quarantini –. C’è il forte rischio che un’ampia percentuale di attività non riesca a reggere l’onda d’urto. E i riflessi si estendono alla sfera occupazionale".

Capitolo antidoti. "Occorre un intervento immediato. Siamo già in ritardo a causa di questo clima di incertezza totale in ambito nazionale ed estero – ragiona –. Serve un messaggio forte. Un appello che, come Confesercenti, chiediamo da tempo a tutti i livelli attraverso una serie di iniziative tematiche. Lavorare sul credito d’imposta dell’energia, aumentandolo in percentuale, anche per le piccole imprese".

Non solo. "Prorogare almeno fino alla fine dell’anno gli interventi, seppur insufficienti, messi in campo fino ad ora – conclude la donna –. Calmierare i prezzi delle utenze alla svelta per evitare il punto di non ritorno".

In casa Confcommercio Ascom Imola si passa dalle parole ai fatti. Sulla scia delle disposizioni nazionali, la sezione imolese dell’associazione e Fipe (la federazione che associa i pubblici esercizi, ndr) lanciano l’iniziativa ‘Bollette in Vetrina’. Esporre in bella mostra l’ultima bolletta di luce o gas, ma anche entrambe, e quelle relative allo stesso periodo di un anno fa.

"L’obiettivo è quello di informare i consumatori, e più in generale i cittadini, sulla situazione di difficoltà che le imprese continuano a vivere dopo il biennio pandemico – commenta il presidente di Ascom Danilo Galassi –. Rendere trasparente quanto succede a chi gestisce un bar o un ristorante. Il tentativo di spiegare ai clienti perché stanno pagando il caffè un po’ di più". Ma il futuro ha tinte fosche: "Senza un intervento delle alte sfere istituzionali o si agisce sui listini o si sospende l’attività – sentenzia –. Abbiamo chiesto il potenziamento dei crediti di imposta già a partire dal terzo trimestre 2022 nell’ambito della conversione del decreto legge ‘Aiuti bis’. Così la situazione non è più sostenibile. Le difficoltà delle grandi aziende si ripercuoteranno a cascata anche sui piccoli commercianti".