Carrera, è dolce il day after di Mora e Venere

Dopo la vittoria, il costruttore Paride Albertazzi: "Il prossimo anno miglioreremo ancora". E le ragazze festeggiano: "Una gara bellissima"

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Protagoniste in prova, regine della Carrera in gara. Mora e La Venere si sono regalate un trionfo e un selfie sul terrazzo del comune che affaccia su piazza XX Settembre e lo hanno fatto, cosa semplicissima ma solo per chi non ‘mastica’ di Carrera, rispettando pronostici e cronometri. Sì perché in prova, Mora e La Venere, avevano volato.

Larghissimo il distacco della Mora dalle inseguitrice nella Carrera ‘big’, sia in coppa Terme che nell’Autopodistica, largo e perlomeno tranquillizzante in Autopodistica (le ragazze corrono solo la Carrera del pomeriggio) anche il vantaggio delle ragazze de La Venere su quelle del Cavedano nella Carrera Rosa.

Però come detto ieri da Martina Raggi, veterana delle vincitrici, "la gara è tutta un’altra cosa, le prove valgono sì per fissare la posizione in griglia, ma si fa soltanto un giro a pista libera e con quattro ragazze, mentre la gara si corre in sei, su due giri e soprattutto con le avversarie in pista". Ecco, gli avversari. Non ne hanno trovati sulla loro strada i ragazzi imbattibili della Mora, "ma perché siamo riusciti a prendere subito un margine di qualche metro, altrimenti il rischio di finire in bagarre e di pagare anche un minimo errore, c’è, esiste sempre in gara", ha confessato il costruttore Paride Albertazzi. Con la doppietta di domenica, Albertazzi ha messo in bacheca 45 ‘ori’, oltre alla certezza di essere "in età ormai ultra-pensionabile".

Eppure lo sguardo lo volge ancora in avanti quando pensa al 2023 e giura che "nulla non è migliorabile, a partire dalla macchina e dai tempi in prova e in gara", sottintendendo dunque che la Mora tornerà in officina subito, guardando già all’anno che verrà.

Stando in casa-Mora, "non esistono vittorie più belle, sono tutte meravigliose", che da una parte sarà pure vero, ma certo se si pensa all’epilogo dello scorso anno, con la Mora vincente e poi squalificata, quest’anno la vittoria, ammette Albertazzi, "è stato un po’ come riprendersi il maltolto", o per dirla come Rudi Garcia quando allenava la Roma e vinse un derby, come rimettere la chiesa al centro del villaggio. Non avevano rivincite da prendersi le ragazze de La Venere, ma hanno dovuto andarsi a prendere il primo posto battagliando ruota a ruota con le Cavedane.

"Sapevamo sarebbe stata una gara così, ne eravamo certe. È stata una sfida bellissima, e ci è sinceramente dispiaciuto che le Cavedane si siano ‘girate’ perdendo un sacco di metri. Eravamo pronte a giocarci tutto nell’ultimo rettilineo, e sarebbe stato più bello ancora", conclude Martina, certa che davvero la Carrera Rosa edizione 2022 sia stato uno spot formidabile per la Carrera, e per il futuro di uno sport che in versione ‘pink’ si è dimostrata spesso ancora più avvincente di quella maschile. Claudio Bolognesi