Chirurgia, l’Ausl stoppa la fuga sulla via Emilia

Il primario Masetti: "Evitare il passaggio di pazienti verso le città vicine". Maxi-piano di investimenti da 32 milioni per tecnologia e strutture

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di Enrico Agnessi

Puntare sull’innovazione tecnologica per "evitare il passaggio di pazienti verso le città vicine". In termini ancora più chiari: "Nessuno dovrà prendere la via Emilia, verso Est o verso Ovest, per curare una patologia chirurgica addominale". Sono destinate a trovare ampio consenso, in una città che da tempo si batte per la propria ‘sovranità’ sanitaria, le parole pronunciate ieri in commissione dal nuovo primario di Chirurgia generale dell’Ausl, Michele Masetti.

"Vorrei riuscire a coronare questo sogno", avverte Masetti. E aggiunge: "Gli imolesi hanno bisogno di una chirurgia che funzioni non soltanto con i nomi, ma anche con la tecnologia. Oggi come oggi la chirurgia rimane ‘con il taglio’ soltanto in pochi casi, nella maggior parte delle circostanze il paziente può giovarsi delle tecniche mini-invasive che poi portano vantaggi sostanziali". E cioè: "Non soltanto la dimissione subito dopo l’intervento o qualche giorno dopo, ma anche meno dolore e rientro alle attività sociali e professionali molto anticipata. E si riduce anche il rischio di complicanze – ricorda il nuovo numero uno della Chirurgia imolese – perché minore è l’invasività dell’intervento. Ma per farlo servono strumenti diversi che io vorrei poter utilizzare qui, nell’ottica di quell’impegno e di quel miglioramento tecnologico che trova la sua massima espressione nell’utilizzo piattaforma robotica".

Di cosa parliamo? È presto detto. "Una struttura che somiglia a un ragno sostenuta da un telaio e da bracci mossi a distanza da un chirurgo che lavora su una consolle – spiega Masetti –. Una specie di videogame con gesti talmente precisi da essere impensabili da fare a mani nude".

Il nuovo primario di Chirurgia si è presentato ieri davanti alla commissione consiliare del Comune che affronta i temi legati alla Sanità locale. Nell’occasione, il direttore generale dell’Ausl, Andrea Rossi, ha svelato il piano investimenti per il quadriennio 2022-26. Un maxi-programma che, pur non comprendendo il cantiere per la nuova camera mortuaria all’ospedale Santa Maria della Scaletta e quello per il futuro deposito-polo archivistico dell’Ausl in via Correcchio, prevede qualcosa come 32 milioni di interventi tra lavori strutturali in ospedale (13,5 milioni tra ampliamento, miglioramento sismico e allargamento del blocco operatorio, di cui però solo un terzo già effettivamente finanziati), tecnologie sanitarie e informative (9,2 milioni) e strutturali sul territorio (altri 9,2 milioni).

"Investimenti così non ne ho mai visti – ammette il dg Rossi –. Sono tanti soldi e dovremo impegnarci molto per spenderli bene. Ma bisognerà anche che, accanto a questi ingenti investimenti, ci sia un proporzionale finanziamento della parte corrente della spesa. Sennò queste cose rischiano di diventare, senza un adeguato investimento sul personale, un lifting strutturale e tecnologico che non ha impatto sulla qualità dei servizi che dobbiamo fornire invece alla nostra gente".