"Così la zona rossa ci ha reso più uniti e forti"

Medicina ricorda le difficili giornate di isolamento, a due anni dallo scoppio della pandemia. Don Marcello: "Vicini a chi soffre"

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di Zoe Pederzini

Era grigio, ieri mattina, il cielo sopra Medicina. Ma poi, all’improvviso, è uscito il sole come a simboleggiare che anche la prova più dura può essere superata. Nell’area verde di via della Resistenza si è infatti tenenuta la commemorazione delle vittime del Covid, a due anni dalla zona rossa. In una silenziosa via a pochi passi dal centro di Medicina, verso le 10.30, tra gli alberi piantati dall’amministrazione per le vittime locali perite di Covid-19, le dolci note del sassofono di Luca Soddu hanno fatto riecheggiare ‘What a wonderful world’ dell’indimenticabile Louis Armstrong. Difficile trattenere le lacrime per i tanti presenti e per chi ha assistito alla cerimonia dalle finestre di casa. Medicina non vuole, non può, non deve dimenticare, ma ora guarda al futuro con speranza. A due anni dall’ordinanza regionale che pose il capoluogo e la frazione di Ganzanigo in zona a vigilanza rafforzata, l‘amministrazione comunale ha voluto ricordato tutte le persone scomparse a causa della pandemia da Covid-19. La commemorazione si è svolta, per l’appunto, dove già nel 2020 è avvenuta la piantumazione di ventinove alberi di meli, peri e noccioli in memoria dei cittadini deceduti. Hanno partecipato alla cerimonia i familiari delle vittime, il sindaco Matteo Montanari, la vicesindaco Dilva Fava e gli assessori comunali, i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia Locale, dell’Associazione Nazionale Carabinieri, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa Italiana.

Il primo cittadino Matteo Montanari ha deposto una corona in memoria dei cittadini medicinesi scomparsi negli ultimi due anni mentre il parroco, don Marcello Galletti, ha pronunciato una preghiera e una benedizione: "Bisogna sempre rimanere saldi nel Signore così come abbiamo imparato. Ricordiamo coloro che non ci sono più, li sentiamo vicini a noi nel cuore e nella fede con la speranza certa che, prima o poi, li potremo incontrare di nuovo". "Diffilile accettare la condizione di estrema solitudine che hanno vissuto i malati e, ancora di più, coloro che sono morti di Covid – ha detto invece il primo cittadino –. Nel momento più difficile non hanno avuto al loro fianco i propri cari. Voglio ringraziare tutti per il lavoro che è stato fatto in questi due anni. Andiamo avanti assieme contro isolamento, paura, egoismo e guerra, così come abbiamo fatto come comunità in questi anni, per uscire da uno dei momenti più difficili della nostra storia".