Covid, l’economia prepara la ripartenza Ma restano i dubbi per scuola, sport e cinema

Termina oggi lo stato d’emergenza, rientrano i professori No vax ed è subito polemica sui loro ruoli: non potranno fare lezione. Niente più super Green pass negli hotel e nei ristoranti. L’obbligo invece rimane per spettacoli, palestre e piscine al chiuso

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di Gabriele Tassi

Quasi attaccati a un vizio di forma: la data di oggi. La fine dello stato d’emergenza, l’uscita simbolica da un Covid che ancora non è finito: per qualcuno cambia tutto, per altri non cambia niente. Se in tante situazioni cade la regola del super Green pass, per piscine e impianti sportivi sui generis bisognerà aspettare almeno il prossimo mese. I gestori (Paola Lanzon dell’Ortignola) dicono di sentirsi "sempre gli ultimi, questa volta, almeno, alla fine di una discesa". Cambia anche qualcosa tra i banchi, ma i dubbi, da parte dei dirigenti scolastici, sembrano appena cominciati.

SCUOLA

Sì, potrà tornare al lavoro il personale non vaccinato. "Ma non potrà fare lezione (nel caso degli insegnanti, ndr) o avere contatti con i ragazzi – sottolinea il vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi, Lamberto Montanari –. E tutto ciò è un beffa, perché in regione ci troveremo con circa un migliaio di persone (una ventina nell’Imolese) di difficile impiego: metterle negli uffici non si può perché servono determinate competenze, e anche gli altri impieghi prevedono comunque il contatto con i ragazzi". Una matassa da sbrogliare, perché ora insegnanti e personale Atà "potrànno dedicarsi solo ad attività di carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, aggiornamento e formazione, eseguita esclusivamente non in presenza". E sul nodo rischia di pesare pure la questione economica: "Avremo il ritorno a stipendio pieno di persone che hanno rifiutato la legge – conclude Montanari – e nel contempo andranno pagati pure i supplenti chiamati a sostituirli. Inutile dire che la situazione irrita molto tutta la categoria dei dirigenti scolastici".

SPORT

Chi si tiene in forma sotto un tetto, almeno ancora per un mese dovrà farlo con il super Green pass e la mascherina ffp2 al volto. Fanno eccezione gli impianti sportivi all’aperto, dove basterà il certificato base. Ancora una volta però le piscine sono fra gli ultimi: in questi mesi, l’Ortignola aveva ricordato come il settore sia stato il "più penalizzato dalle chiusure" con il problema "dei costi fissi" e "del caro bolletta". Ma "qui la sicurezza è all’ordine del giorno – aggiunge Paola Lanzon (SportUp e Deai) – gli utenti lo sanno, ma pare che gli unici a non averlo capito siano coloro che compilano i decreti a Roma".

CINEMA E TEATRI

La situazione è simile agli impianti sportivi, con carta verde rafforzata e mascherine ffp2. "Stiamo già viaggiando al minimo sindacale – denuncia Massimo Baldi, titolare del cinema Cristallo –. Credo che l’utilizzo della ffp2 contribuisca a scoraggiare molta clientela, rendendo la visione dei film poco confortevole. Visto il poco afflusso degli ultimi tempi sarei per ragionare nuovamente sulle capienze e sul distanziamento, piuttosto che far diventare il cinema una ’sofferenza’".

DISCOTECHE

Sembra passata un’eternità dall’ultima notte della ’Vie en rose’, ormai due anni fa. Nell’unica vera discoteca imolese ancora si temporeggia, dal momento che le norme prevedono il Super green pass obbligatorio all’ingresso, fino al 30 aprile. "Speravo già di aprire in settimana – commenta il titolare, Ezio Rizzoli –, ma ho deciso di posticipare a maggio. Ancora troppe incertezze e troppi paletti al divertimento, resta pure il problema del personale: tanti hanno deciso di cambiare lavoro, altri hanno mollato il colpo, per ripartire ci sarà da rimboccarsi le maniche".

HOTEL E ALBERGHI

Alla recepion il Green pass non serve più. "E questo snellisce non poco la burocrazia, soprattutto con gli stranieri – risponde confortata Federica Dalmonte, dell’hotel Ziò –. In questi mesi siamo stati costretti a mandare via diverse persone perché non in regola con i documenti. Mentre, chi veniva dall’estero con vaccino non riconosciuto dall’Ema aveva bisogno di un ulteriore tampone di controllo. Torniamo pian piano a fare il nostro lavoro, non più ’poliziotti’, ma operatori devoti all’accoglienza".