Droga e alcol, dipendenze ancora in aumento

Il dipartimento dell’Azienda sanitaria ha seguito 1.186 casi nel 2021: 37 in più in un anno. In forte crescita anche i disturbi mentali

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di Enrico Agnessi

Continua a crescere, per il quinto anno consecutivo, il numero delle persone con dipendenze patologiche nel circondario. Quelle seguite dall’apposito dipartimento dell’Ausl hanno raggiunto quota 1.186 nel 2021, contro le 1.149 di un anno prima: un aumento che va avanti appunto dal 2016. Rispetto al totale degli utenti, sono 427 quelli con una dipendenza da oppiacei, mentre 225 hanno un problema serio con la cocaina e 99 scontano devianze comportamentali.

I tabagisti sono invece 62. Non mancano poi i pazienti con doppia diagnosi, 303 nel 2021; mentre gli alcolisti sono 373 (di cui 102 giudicati occasionali).

Le prime visite effettuate lo scorso anno dal dipartimento Dipendenze patologiche dell’Ausl sono state 429, mentre i nuovi casi presi in carico hanno raggiunto quota 264. È però alto, a testimonianza del grande lavoro svolto dal sistema sanitario locale, anche il numero dei dimessi: 337 in dodici mesi.

Torna a salire, dopo la marcata flessione registrata durante il primo anno di pandemia, anche il numero delle persone seguite dal Centro di salute mentale dell’Ausl. Dai 2.128 del 2020 si è passati infatti ai 2.706 dello scorso anno, quando i numeri sono tornati in linea con quelli dell’era pre-Covid (2.725 casi nel 2019). Le nuove prese in carico sono 397, mentre i dimessi 1.415.

È ancora più evidente la crescita nel settore della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. In questo caso, si è passati dai 2.006 casi del 2020 ai 2.497 dello scorso anno; ma solo nel 2016 gli utenti presi in carico dal servizio si fermavano a 1.526.

L’Ausl registra un "forte aumento di tutta l’utenza", nonché un "aggravamento delle singole situazioni, anche a seguito del periodo post-pandemico". C’è in particolare un "incremento di urgenze ed eventi critici (agiti autolesivi e tentati suicidi, gravi disturbi del comportamento"). Tra le aree più in sofferenza si segnalano autismo, psicopatologia dell’adolescenza e disturbi del comportamento alimentare. In quest’ultimo settore, in particolare, a fronte dei 50 pazienti totali, si registrano già 15 nuovi casi nei primi cinque mesi dell’anno.

"Il mondo vive una crisi economica e sociale di grande portata che aumenta i rischi di marginalità e ghettizzazione di alcune fasce della popolazione – avverte Alba Natali, direttore del dipartimento di Salute mentale e Dipendenze patologiche dell’Ausl, ieri in commissione consiliare per un’audizione dedicata al tema –. Nella oggettiva difficoltà di tutti di trovare risposte aumenta anche il rischio di voler trovare risposte sanitarie e in particolare ‘psichiatriche’".

Una strada sbagliata, secondo la Natali. "La psichiatrizzazione della marginalità e della devianza, oltre che errata come significato e processo, assegna strumentalmente alla psichiatria una onnipotenza di intervento che inevitabilmente delude le attese – sottolinea la dottoressa davanti alle forze politiche di maggioranza e opposizione – e limita il principale strumento terapeutico a disposizione degli operatori: la relazione terapeutica".