Imola e Gilles Villeneuve: l’omaggio quarant’anni dopo

Ieri la cerimonia all’Autodromo: bandiere, caschi d’epoca e commozione per ricordare l’indomabile pilota della Rossa

Tifosi e autorità con il sindaco Marco Panieri vicino al monumento per Villeneuve

Tifosi e autorità con il sindaco Marco Panieri vicino al monumento per Villeneuve

Imola, 9 maggio 2022 - Indomabile anche se non c’è più. Quarant’anni senza Gilles Villeneuve e il suo sogno della velocità, accarezzato prima con le motoslitte, e poi realizzato dietro il volante della Rossa. Il pilota Ferrari fa ancora battere i cuori di tutti dopo quel maledetto incidente sul circuito di Zolder in cui perse la vita, l’8 maggio 1982. Decine di persone ieri erano in Autodromo, con gli occhi lucidi durante l’inno canadese: in mano caschi d’epoca, bandiere con il Cavallino rampante e libri dedicati al campione che correva al limite. Qualcuno si presenta per mano con i figlioletti, altri hanno alle spalle parecchie primavere: tutti presenti davanti al monumento dedicato all’asso canadese. Il merito è dell’iniziativa organizzata da Vittorio Bentivoglio dei Pistoni Roventi (gli ultras della Formula 1) e dalla onlus La Sfida del Cuore.

"Il 16 settembre 1979 ero lassù alla curva Tosa, proprio come l’anno dopo (settembre 1980), nel maggio ’81 e il 25 aprile 1982 a tifare per Gilles – racconta il tifoso –. Quel giorno che ha segnato l’inizio della fine. L’epica sfida in pista a Imola e il ’tradimento’". Al Gp successivo, a Zolder, "in quel maledetto 8 maggio – prosegue Bentivoglio – quando mancavano 7 minuti alla fine delle qualifiche, Villeneuve andò fuori con delle gomme usate per cercare di recuperare le posizioni su Pironi", poi, la tragedia.

E ieri le storie personali di tutti gli appassionati presenti si sono intrecciate. Da quella dei Pistoni Roventi, che negli anni Ottanta erano dei veri e propri ’ultrà’ della Rossa, fino ai ricordi dei rappresentanti del Ferrari club di Rovigo, presenti ieri all’iniziativa. Hanno portato il loro saluto anche il sindaco, Marco Panieri, e l’assessore all’Autodromo, Elena Penazzi. Non è mancata neppure la benedizione di rito di Don Pasini.

"Non conosco le vostre storie, ma vedere che in tanti avete risposto al nostro invito mi ha fatto capire che questo è il posto giusto – aggiunge il tifoso –. Siamo qui per lui, Gilles. Non un campione del mondo, ma un pilota che ci ha fatto impazzire, per il suo modo di affrontare le gare, sempre all’attacco con coraggio e determinazione. Ci ha fatto sobbalzare per la gioia e per i tanti incidenti, ma lui correva così, sempre al limite, mai domo".

Amatissimo Gilles dal Drake, come anche dalla città di Imola, che gli ha regalato un monumento, posizionato lì, a poca distanza da dove sono ricordati Senna e Ratzenberger, da una frase dell’ingegner Nosetto: "Da Gilles ho avuto una lezione di vita: non darsi mai per vinti".