Imola, l'ex primario Guido Ferrari a processo per truffa, falso e abuso d'ufficio

Udienza il 20 aprile per l’ex direttore di Radiologia al Santa Maria della Scaletta. E' stato rinviato a giudizio insieme ad altre sei persone

Guido Ferrari, ex primario di Radiologia al Santa Maria della Scaletta

Guido Ferrari, ex primario di Radiologia al Santa Maria della Scaletta

Imola, 27 gennaio 2016 - È stato rinviato a giudizio, e con lui altre sei persone, l’ex primario di Radiologia dell’Ausl di Imola, Guido Ferrari. Così ha deciso il Giudice dell’udienza preliminare, Rita Zaccariello, che ha però stabilito di non doversi procedere per parte delle accuse contestate dalla Procura di Bologna, in quanto prescritte. Al centro dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Claudio Santangelo, che ipotizzava a vario titolo per gli imputati i reati di truffa, falso, abuso d’ufficio e peculato d’uso, c’era l’attività che il professionista, a lungo consigliere comunale nelle file del Pd, gestiva in libera professione.

Secondo l’accusa, violando le norme che vietano di utilizzare mezzi e risorse appartenenti alla pubblica amministrazione per finalità private, il primario avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a se stesso e a quattro cliniche private tra Bologna, Ferrara e Modena, anche queste mandate a processo. I fatti contestati sarebbero stati commessi tra il 2003 e il 2012 e, come accennato all’inizio, sono stati dichiarati prescritti, con non luogo a procedere, quelli fino al luglio del 2009. Per le strutture sanitarie Ferrari, difeso dall’avvocato Pietro Giampaolo, avrebbe svolto un’attività parallela di refertazione esami avvalendosi di alcune impiegate amministrative e degli strumenti dell’Ausl.

Inoltre avrebbe simulato lo svolgimento dei compiti istituzionali di primario di Radiologia mentre invece impiegava la giornata lavorativa per attività extra-istituzionali di refertazione, ingannando l’Azienda sanitaria che gli pagava l’indennità esclusiva provocando un danno erariale quantificato dalla Procura in mezzo milione di euro. Il giudice ha ammesso le costituzioni di parte civile della Regione, difesa dal professor Vittorio Manes, oltre che dell’Ausl di Imola, assistita a sua volta da Alessandro Cavallari. Ha inoltre disposto la restituzione a Ferrari dei circa 300mila euro sequestrati durante le fasi di indagine e riqualificato il ‘falso in scrittura privata’ in ‘falso in certificato commesso da privato’. Prima udienza dibattimentale, il 20 aprile.

Nel frattempo, Ferrari non lavora più all’ospedale Santa Maria della Scaletta. Si è infatti dimesso nell’estate 2015, poche settimane dopo l’intervento della magistratura, che ad agosto di due anni fa ne dispose l’interdizione dal servizio per dodici mesi. Già al momento della notifica dell’avviso di garanzia, nel 2012, l’ex primario fu invece sospeso da direttore del Dipartimento servizi intermedi dell’Ausl, che nei suoi confronti avviò anche un procedimento disciplinare. E contestualmente Ferrari lasciò anche la vita politica.