
Parla il presidente di Imola-Faenza tourism company: "Possiamo ospitare appuntamenti di grande rilievo. Abbiamo uno spazio multifunzionale, serviranno risorse per salvaguardare il patrimonio ricettivo". .
Guardare avanti, oltre la comprensibile delusione dettata da un 2026 senza la Formula 1 a Imola, e mantenere l’equilibrio necessario per investire in un territorio capace di lavorare tutto l’anno. E’ questa la sintesi del pensiero di Gianfranco Montanari, presidente della società di promozione turistica IF–Imola Faenza. Montanari, l’uscita di scena di Imola dal calendario 2026 del circus iridato era nell’aria. "Non sono stupito. Avevamo percepito, nonostante gli sforzi di tutti, le difficoltà legate alla riconferma. Però, per il nostro territorio, c’è vita anche senza la Formula 1 che credo tornerà più avanti".
Un film già visto alle latitudini imolesi.
"Sì, in passato abbiamo già detto addio all’evento per poi ritrovarlo. E stavolta la sosta forzata potrebbe essere meno lunga di allora. Spettacoli di questa levatura, un po’ come certe competizioni calcistiche, sono ambiti in tutto il mondo. Per la dimensione di Imola dinanzi ai nuovi competitors internazionali, soprattutto sul lato economico, ci sta pure l’arrivederci al circus".
Ma con i saluti al Gran Premio se ne vanno in fumo anche 280 milioni di euro di indotto.
"Una cifra significativa e reale, che riguarda gran parte dell’area regionale, con una forte quota legata all’immagine e alla visibilità del territorio nel mondo. Bisognerà adattarsi, arriveranno altri eventi. Imola non avrà difficoltà a riempire le date disponibili".
In che modo?
"Dal punto di vista motoristico, abbiamo già dimostrato di essere in grado di intercettare e confermare per il futuro appuntamenti di prestigio come il Wec e l’Elms. Spazio, poi, ad una programmazione con eventi di tutti i tipi in nome della polifunzionalità del circuito. In tal senso, la scelta dell’amministratore unico per guidare Formula Imola è funzionale per avere strategie ancora più definite".
Cosa ha portato in dote la Formula 1 in questi anni?
"Ha dato una grande mano alla ripartenza del territorio dopo la pandemia. Tante strutture esistenti hanno investito in interventi di miglioria e sono nate nuove realtà come B&B e affittacamere. Sarà importante non disperdere questo patrimonio ricettivo".
Però era una manna per tante attività.
"Certo, soprattutto dei settori del food, ristorazione, allestimenti e servizi che avranno un’innegabile perdita a causa dell’assenza del Gran Premio nel 2026. Pensiamo, per esempio, all’impatto positivo della Fan City Experience nel centro storico della città".
L’idea dell’inserimento dell’Enzo e Dino Ferrari nella rotazione tra i circuiti storici europei la convince?
"Sì, sarebbe straordinario. Anche a fronte della valenza storica della nostra pista nello scenario mondiale e di un esborso economico più contenuto. Probabilmente, a conti fatti, è la direzione più razionale per Imola che non deve snaturarsi per correre dietro al circus".
Tradotto?
"Adesso serviranno risorse adeguate per portare altri eventi e garantire investimenti, non solo sull’autodromo, capaci di salvaguardare l’equilibrio ricettivo del territorio lungo l’intera annata lavorativa. Ognuno dovrà fare la propria parte, sulla scia dell’impegno sviluppato dalla sfera pubblica in questi anni di Formula 1, ragionando da squadra e mettendo da parte le inutili polemiche".