Il Covid ci ha distratto, facendoci dimenticare uno degli anni più siccitosi – almeno per adesso – dal 2012. "Veniamo da una primavera con quasi completa assenza di precipitazioni rilevanti da Natale 2019 a maggio 2020 con conseguente richiesta irrigua molto anticipata per non mandare in sofferenza le coltivazioni (già a metà febbraio sono arrivate le prime richieste) – spiega Miche Solmi capo settore agroambiente e irrigazione della Bonifica Renana – Oltre 1.200 ettari di colture hanno richiesto di essere irrigate prima dell’inizio canonico della stagione irrigua (1 aprile). Sul territorio (dall’inizio dell’anno fino ad oggi) sono caduti in media circa 150millimetri di pioggia su una media storica di oltre 300 millimetri. Ne deriva una fornitura irrigua record. "Nemmeno nel 2012, anno molto siccitoso, è stata così alta, quasi il doppio della media, in termini di milioni di metri cubi – aggiunge Solmi –. Le precipitazioni di inizio giugno, per quanto utili, hanno di fatto bloccato solo per due settimane le richieste. Il boom di richieste, infatti, ha portato a un aumento di oltre 1.500 ettari irrigati rispetto scorso anno (al momento siamo a quota 16.500 ed è probabile che raggiungeremo i 18.000)".
Il fatto che sia un anno particolare è testimoniato da un altro dato record interessante: sono stati irrigati eccezionalmente 600 ettari di grano e cereali autunno vernini (coltura tipicamente non irrigua). "In anni normali non se ne irriga nemmeno un ettaro", osserva Solmi.
Ma cosa ci aspetta per il futuro? "La primavera ha fatto segnare record di siccità ed esigenze irrigue ma la vera differenza si farà nel prossimo mese e mezzo. Se pioverà l’anno eccezionale si normalizzerà, altrimenti aumenteranno esponenzialmente le richieste già eccezionali ora. Al momento abbiamo sole e temperature leggermente sopra la media quindi nessuna tregua in vista", chiude Solmi.
g. t.