La corsa verso Roma è iniziata Manca e Tonelli puntano al bis

Eletti uscenti in pole, col taglio dei parlamentari gli imolesi non vogliono vedere ridotta la loro rappresentanza

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di Enrico Agnessi

Meno posti a disposizione, porta di ingresso più stretta e dunque concorrenza più agguerrita. Si preannuncia tutta in salita, per gli aspiranti parlamentari, la strada verso Roma. A settembre, per effetto del taglio delle poltrone tanto a Montecitorio quanto a Palazzo Madama, dal setaccio (mai così stretto) delle urne usciranno solo 600 tra deputati e senatori, contro i 945 delle ultime elezioni politiche. E così il territorio imolese, che rischia di essere ’cannibalizzato’ da Bologna, potrebbe trovarsi alle prese con un serio problema di rappresentanza.

Nel 2018, anno di debutto di quel Rosatellum che caratterizzerà anche la prossima tornata a ranghi ridotti, ci si era trovati in una situazione piuttosto anomala. Una grande abbondanza di candidati locali e addirittura tre parlamentari espressi dal circondario: l’ex sindaco Daniele Manca (Pd) e Gianni Tonelli (Lega) eletti, rispettivamente in Senato e alla Camera, nei listini plurinominali; il bolognese Serse Soverini (Pd) vincitore della sfida diretta nel collegio uninominale contro gli imolesi Paola Lanzon (LeU), Claudio Frati (M5s) e Simonetta Mingazzini (Centrodestra).

Chi riuscirà, questa volta, a giocarsi il proverbiale posto al sole? Il volante è tra le mani delle segreterie di partito. E si rischia di rimanere imbottigliati nel traffico caotico di Bologna. Il Partito democratico, anche nelle sue varie declinazioni pre-2007, in ossequio all’autonomia rivendicata (per quanto ancora?) da viale Zappi, ha sempre mandato un imolese a Roma. È successo, in epoca recente, con i compianti ex sindaci Bruno Solaroli e Massimo Marchignoli, con quest’ultimo che nel 2013 lasciò strada libera a Daniele Montroni. Manca, una volta archiviate non senza fatica le polemiche sulla presunta ineleggibilità, in questi quattro anni e passa ha lavorato anche in vista di una possibile ricandidatura. Ma strapparla, vista la concorrenza bolognese (a Imola non paiono invece esserci sfidanti), non sarà facile.

Gli stessi problemi agitano il centrodestra. Nonostante a livello nazionale la coalizione sia in testa ai sondaggi, a queste latitudini Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia non partono da favoriti. Dunque nomi e strategie vanno pianificati, se possibile, con ancora maggiore attenzione. Nel Carroccio, Tonelli ha un filo diretto con il leader Matteo Salvini. Ma a livello territoriale non vanno sottovalutate le tensioni col gruppo imolese che, oltre a Salvini, fa riferimento al segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone. Difficile tuttavia, almeno in questa fase, immaginare un altro candidato locale per il Carroccio, a meno di non voler considerare tra i papabili anche il consigliere comunale e regionale Daniele Marchetti. Un nome potrebbe farlo invece Fratelli d’Italia, che, sempre stando ai sondaggi, avrebbe oggi i numeri per guidare la coalizione: Nicolas Vacchi, volto del partito di Giorgia Meloni nel circondario.

Infine, il Movimento 5 Stelle. Qualche anno fa, Beppe Grillo pescava a piene mani dal bacino imolese: nel 2013 venne candidata ed eletta Mara Mucci (oggi in Azione), mentre nel 2018, oltre a Frati, tentò la salita in Senato Ezio Roi, attuale consigliere comunale. Pure in questo caso, con il M5s che tra l’altro rispetto a quattro anni e mezzo fa ha visto ridursi il proprio appeal alle urne, il toto-nomi sembra però prematuro.