La fiducia dei presidi: "Ritorno alla normalità"

Nel primo giorno di apertura, i dirigenti scolastici vedono nei ragazzi una nuova luce: "Quest’anno inizia sotto buoni auspici"

Ritorno al futuro. Le emozioni della prima campanella dell’anno scolastico riempiono di nuovo il volto degli studenti. Finalmente senza mascherina. Sorrisi o bronci da rientro poco importa, si volta pagina. E la ripartenza fa rima con l’allentamento di tutte le restrizioni anti-Covid.

"Siamo al lavoro per una nuova normalità che, giocoforza, non sarà più come quella di prima – puntualizza Marco Macciantelli, ex sindaco di San Lazzaro che ora guida l’istituto Alberghetti di Imola -. Un percorso da costruire insieme facendo tesoro di tutto quello che abbiamo vissuto nel periodo pandemico. Mettere a frutto l’esperienza didattica passata e trasformarla in un’opzione capace di arricchire la proposta da sottoporre agli studenti".

Anche in campo tecnologico. "Sfruttare il ritorno in presenza per alimentare l’appropriatezza della competenza digitale. Un filone che necessita di una vera e propria educazione – continua –. La didattica a distanza ha imposto a tutti una maggiore conoscenza dei moderni strumenti di comunicazione. Il web ha tanti vantaggi, ma anche insidie e pericoli che vanno evidenziati ai ragazzi. La capacità della scuola dovrà fondarsi anche su questi elementi". Valori aggiunti da abbinare a relazioni e socialità. "Il gruppo classe è una delle esperienze di vita più formative. Tra quelle mura si sviluppano interazioni ed incontri – sottolinea Macciantelli -. Vedere il volto delle persone cambia radicalmente la dimensione comunicativa e comportamentale tra i banchi". Senza abbassare troppo la guardia. "Nel rispetto di alcuni criteri giusti e con un occhio attento all’evoluzione dello scenario – conclude -. Si avverte il desiderio di tornare a stare insieme. Il piacere di un’uscita didattica, il fascino di un viaggio d’istruzione. La speranza è quella di avere una programmazione improntata alla normalità capace di scacciare gli spettri che intralciano la fluidità delle relazioni".

Per Gian Maria Ghetti, dirigente dell’istituto Scarabelli Ghini della città, si guarda con fiducia al futuro. "Difficile non farsi prendere dall’ottimismo quando anche il ministero parla di mitigazione degli effetti delle infezioni e non più di pandemia – ragiona -. Ma è la speranza lo stato d’animo più indicato per focalizzare questa ripartenza. L’auspicio di un anno da vivere tra i banchi e le cattedre per una formazione concreta, diretta, in presenza e di qualità". Componenti che il virus ha messo a dura prova. "Le premesse della nuova annata partono con il piede giusto – chiosa -. La speranza, parola che torna d’attualità, è quella di proseguire con lo stesso passo".

Un’onda lunga di positività che si estende alle scuole del circondario. "Ricominciamo più sereni e sotto il segno di una ritrovata normalità – commenta Francesca Buglione dell’istituto comprensivo Dozza-Castel Guelfo -. Ne avevamo tutti un gran bisogno dopo il lungo periodo di restrizioni. Vogliamo far fronte al meglio a questo quadro di ritrovata fiducia che delinea orizzonti liberi per il futuro dei nostri ragazzi". Non solo. "La pandemia è stata un vero macigno per quei giovani che vivono la delicata fase adolescenziale – conclude la donna -. Cadono molte barriere anche per dirigenti e docenti costretti agli straordinari. Noi, però, siamo abituati a camminare sul filo del rasoio". Mattia Grandi