"La guerra, sconfitta umana e ambientale"

Gli studenti riflettono sull’annientamento non solo delle persone, ma anche delle foreste e dell’inquinamento sprigionato dagli ordigni bellici

"La guerra, sconfitta umana e ambientale"

"La guerra, sconfitta umana e ambientale"

La guerra è sempre una sconfitta anche per chi la vince. Infatti essa rappresenta il fallimento della ragione che è l’elemento che contraddistingue (o dovrebbe contraddistinguere) il genere umano. Il conflitto armato è la vittoria dell’istinto, dell’irrazionalità e della violenza che annientano in pochi minuti migliaia di esseri umani, avvertiti come nemici. La guerra distrugge tutto ciò che negli anni e nei secoli l’uomo con la fatica e con l’ingegno ha costruito. La guerra, inoltre, arreca gravi danni anche all’ambiente.

Consideriamo, per esempio, i veicoli militari: depositano nell’ambiente una polvere tossica che costituisce un grave problema poiché essa contiene metalli pesanti come il piombo, l’alluminio, il bario, l’arsenico e il cobalto che causano gravi problemi respiratori. E che dire delle esplosioni? Queste rilasciano grandi quantitativi di gas inquinanti che il vento può trasportare anche molto lontano, mentre il suolo, contaminato da sostanze tossiche, diventa improduttivo. La distruzione della vegetazione modifica gli habitat ed altera gli ecosistemi.

In un anno di conflitto in Ucraina, per esempio, si contano 280.000 ettari di foreste bruciate o danneggiate. Spesso per ragioni strategiche vengono bombardati dai nemici impianti petroliferi o industriali che favoriscono a loro volta l’inquinamento ambientale e danneggiano la successiva ripresa economica. Le bombe inesplose, le mine antiuomo costituiscono dei potenziali elementi di contaminazione dei terreni e delle acque. Durante i conflitti spesso sono interrotti gli ordinari sistema di raccolta dei rifiuti a favore di combustioni illegali e tossiche. Le acque contaminate da sostanze velenose, inoltre, filtrando nel terreno possono inquinare le falde acquifere. Anche il mare non è escluso dai danni: sono tristemente note le foto della prima guerra del Golfo (1990- 1991) che raffigurano il "mare nero", perché ricoperto di petrolio, del Golfo Persico. Ma non possiamo trascurare neppure l’inquinamento acustico che con il passare del tempo comporta danni irreparabili all’ecosistema: le navi da guerra nel mar Nero, in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina, sembra che disturbino con i loro sonar i delfini che usano suoni simili per orientarsi.

Classe 1ªB scuola Valsalva