La Regione frena sull’ex Martelli: "Progetto per l’area rifiuti inadatto"

La vicepresidente Priolo risponde a una interrogazione: "In questo modo non può avere l’autorizzazione". Esulta il candidato Mainieri: "Albertazzi ha sottovalutato l’impianto". Il sindaco: "Già espresso il nostro no".

Una brusca frenata dalla Regione sul progetto di un nuovo impianto di trattamento rifiuti a Toscanella di Dozza. La vicenda è nota e riguarda l’area dell’ex Martelli Tessile diventata di proprietà della Cfg Ambiente nel settembre del 2021 dopo l’acquisto in asta. Una vicenda che infiamma da settimane la campagna elettorale alle latitudini del borgo. Già, perché il progetto presentato dalla Cfg Ambiente è stato depositato in conferenza dei servizi un anno fa ma l’iter, ancora in corso per richiesta di integrazioni, dovrebbe chiudersi dopo giugno. I dubbi riguarderebbero l’impatto olfattivo, lo smistamento delle acque post lavorazione, la rimozione della copertura dello stabile in amianto e pure i flussi di traffico della zona. Ieri, però, la vicepresidente regionale Irene Priolo ha risposto a una interrogazione della consigliera dem Francesca Marchetti sulla progettualità: "Così com’è, non riscontra caratteristiche idonee ad avere l’autorizzazione regionale". Una mezza sentenza, o quasi, per la gioia delle oltre 1.500 persone che hanno firmato contro l’avanzamento della procedura. Tra queste anche il candidato sindaco, a trazione centrosinistra, Luca Mainieri: "Il sindaco Albertazzi ha sottovalutato l’impatto sul nostro territorio dell’impianto. Un atteggiamento superficiale e ambiguo – ha scritto in una nota –. Ad oggi il municipio non ha presentato alcuna osservazione tecnica sulle materie di sua competenza. Senza un’espressione formale di contrarietà sui tavoli in Regione non sarà più possibile fermare questo progetto". Non solo. "Le stesse perplessità dei cittadini sono emerse sui tavoli dei tecnici – ha rincarato la dose –. La contrarietà del sindaco Albertazzi, emersa solo in alcune dichiarazioni online, sembra un’operazione di facciata. Un tentativo di retromarcia da campagna elettorale. Ci aspettiamo che il comune adempi agli aspetti di propria competenza al più presto". Un invito caldeggiato anche dalla Priolo che all’inizio di aprile aveva incontrato Albertazzi giunto a Bologna per consegnare la petizione sottoscritta dai cittadini e per manifestare la sua contrarietà al progetto della Cfg: "Le perplessità del sindaco devono essere espresse formalmente attraverso un parere della struttura comunale – ha aggiunto la vicepresidente –. Così la Regione potrà prendere in considerazione una relazione motivata".

A stretto giro, la replica della giunta guidata da Albertazzi: "Abbiamo già rappresentato politicamente alla Priolo, e lo rappresenteremo in ogni sede istituzionale nelle modalità previste dalla legge, il nostro no al progetto – ha sottolineato –. Le strutture tecniche del comune stanno facendo i dovuti approfondimenti sulle criticità emerse per poter giungere alla formulazione di un parere negativo motivato". E ancora: "Adesso si parla di impianto di lavorazione e trattamento dei rifiuti e non più di discarica o inceneritore come qualcuno ha voluto far credere in passato alla gente – ha concluso –. Abbiamo promosso open day, evidenziato alla Priolo la nostra contrarietà e appoggiato l’avvio di un’inchiesta pubblica sulla vicenda. Chi parla di amministrazione latente è in malafede".