L’allarme: "I rincari salgono e i clienti calano"

Dalla tazzina del caffè al bar al prezzo delle materie prime, negozianti preoccupati: "Listini ancora controllati, ma per quanto?"

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Il caro bollette e gli aumenti sui costi delle materie prime si riflettono nella nostra quotidianità. Perfino in quella tazzina di caffè appoggiata sul bancone del bar durante il rituale della colazione fuori casa. E Imola non fa eccezione. "Se andiamo avanti così siamo rovinati – commenta Carlo Costanzi dell’omonimo bar e pasticceria di via Appia –. La bolletta mensile di acqua, luce e gas dell’attività sfiora un totale di quasi 2mila euro mentre in passato si aggirava sempre tra i 500 e gli 800 euro". Per non parlare dell’ascesa dei prezzi degli approvvigionamenti. "Aumentati ormai da mesi. Inevitabile qualche ritocco minimale al nostro listino – confida –. Dieci centesimi in più sulla tazzina di caffè, da 1,10 a 1,20 euro. Invariato, invece, il prezzo delle brioches". L’amara riflessione di una professione che interseca l’umore della clientela. "Se la gente non è serena non viene al bar. Il nostro è un luogo di socialità e aggregazione – conclude –. Ristori statali soltanto promessi, i politici vivono su un altro pianeta. Di questi tempi, gli altri anni, allestivo gli scaffali con le uova pasquali. Oggi non ho idea dei quantitativi e della possibile richiesta dell’utenza".

Amaro anche Gustavo Ferretti dietro al bancone di Parsòt in piazza Gramsci: "E’ sempre più difficile mantenere l’equilibrio del locale davanti ad uno scenario di aumenti generalizzati – sottolinea –. Per una colazione base occorrono quasi 3 euro. Per ora non abbiamo alterato i nostri prezzi ma davanti ai continui rialzi sarà dura non metterci mano. Ho notato pure un calo di affluenza". Dall’Antico Bar Fiat di viale Rivalta parla Roberto Fierro: "Le bollette mensili, tra luce e acqua, sono diventate il triplo – analizza –. Tengo bloccato il listino perché non è giusto gravare sempre sull’ultimo tassello della catena e martirizzare i clienti. Non ho registrato significative defezioni tra gli avventori". Ma il chiacchiericcio del pubblico è, ormai, monotematico. "Guerra in Ucraina e rincari – chiosa –. Tanti gli amici autotrasportatori che mi raccontano le loro peripezie a causa del caro benzina". Al Caffè Emilia non perde il sorriso Gianluca Lelli: "Guardo sempre il bicchiere mezzo pieno ma i rincari di vino, caffè ed altre materie prime si aggirano almeno sul 10 per cento – spiega –. Inevitabile rivisitare, seppur in modo lieve, il nostro prezziario. Brioches a parte, è salito il costo degli aperitivi e del caffè che vendo a 1,20 euro a tazzina". Poi lancia l’idea ai colleghi baristi della città. "Sarebbe bello raggiungere un accordo uniforme sui prezzi di listino – osserva –. Eviterebbe la diaspora della clientela che va a flussi altalenanti. La gente viene al bar soprattutto dopo aver preso lo stipendio".

Una criticità che non risparmia frutta, verdura e generi alimentari. "Dallo scorso dicembre viviamo una quotidianità di continui aumenti – commenta Marino Mariano, tra i titolari de La Boutique della Frutta di via Emilia –. Riceviamo bollette da migliaia di euro per luce e acqua che si sommano a tutte le altre spese come quella del gasolio per andare col furgone ai mercati. Per fortuna non abbiamo dipendenti. Abbiamo apportato lievissimi ritocchi ai prezzi ma che fatica andare avanti così". Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Martelli e Angela Fusconi de La Bottega dei Sapori di viale Andrea Costa: "Adesso va male ma, di questo passo, presto andrà malissimo – specificano –. I clienti sono in calo. Quelli che restano si lamentano dei rincari, controllano minuziosamente il prezzo al dettaglio e chiedono lumi prima di procedere all’acquisto. Per ora teniamo il listino bloccato ma in futuro ragioneremo con attenzione. Le bollette? Raddoppiate".

Mattia Grandi