REDAZIONE IMOLA

Sanitari no vax a Imola: sospesi due dipendenti

Dopo aver interrotto la convenzione con un dottore, l’Ausl invia altre raccomandate. I professionisti inadempienti sono cento

C’è chi dice no. Sono partite dagli uffici dell’Ausl di Imola le raccomandate postali con la notifica di sospensione dal servizio per i dipendenti ed i professionisti in convenzione che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale. Se due dei destinatari dell’amara missiva contenente la comunicazione di sosta forzata dal lavoro, e quindi dallo stipendio, nella forbice temporale compresa tra la data di domani e la fine del corrente anno sono dipendenti diretti dell’azienda, il terzo nome è quello del dottor Theodosios Kafousis.

Il medico di medicina generale, che esercita l’attività in convenzione con l’Ausl imolese, ha affisso sulla porta del suo ambulatorio di via Benedetto Croce un messaggio rivolto ai suoi assistiti che lascia poco spazio alle interpretazioni: "In seguito alla legge 762021 che prevede l’obbligo di vaccinazione sperimentale per Covid-19 per il personale sanitario e al mio rifiuto di essere vaccinato, l’Ausl di Imola mi ha sospeso dall’incarico (da ieri fino al 31 dicembre, ndr) – riporta lo scritto –. Il direttore generale mi ha assicurato che l’Azienda cercherà un sostituto per il periodo e, nel frattempo, i miei pazienti si possono rivolgere ai colleghi del gruppo".

Ma non è tutto: "Mi dispiace per il grave disagio che vi procura la mia decisione, ma non intendo partecipare volontariamente al progetto di sperimentazione di un siero in assenza totale di risarcimento per eventuali eventi gravi sulla salute derivanti da questa pratica – affonda il medico –. Il detto ‘Armiamoci e partite’ non vale per me. Il mio dovere di cittadino, come tutti voi cittadini in tempo di pace, lo faccio con il lavoro quotidiano, la socializzazione sana e secondo i principi inalienabili della Costituzione".

La fotografia del testo ha fatto ben presto il giro dei social, dividendo l’opinione pubblica proprio nelle ore in cui scatta l’obbligatorietà del Green pass per molte attività quotidiane. Nessun ulteriore commento da parte del professionista sulla vicenda, ma sulla sua bacheca Facebook sono postati diversi contenuti di approfondimento relativi alla tematica vaccinale.

Dal fronte Ausl trapelano i primi numeri relativi all’iter di accertamento sull’obbligo vaccinale nei confronti del personale condotto nelle ultime settimane. Da un primo numero di oltre settecento lettere di inizio procedura si è giunti al dato certo di cento inadempienti, su tutto il territorio di competenza dell’Ausl di Imola, rispetto all’obbligo di immunizzazione. Nello specifico, 96 sono dipendenti diretti dell’Ausl e 4 rientrano nella sfera dei professionisti che operano in convenzione con l’Azienda sanitaria. Per loro una buchetta della posta rovente, con la lettera del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl che certifica l’inadempienza, e il contestuale inoltro della missiva anche agli Ordini professionali di appartenenza degli iscritti coinvolti per eventuali provvedimenti di loro competenza.

Una cifra statistica da incastonare nello scenario più ampio che delinea il numero complessivo dei dipendenti dell’Ausl di Imola. Una quota che supera le 1800 unità tra sanitari e amministrativi. Tra questi circa 320 medici e più di mille infermieri comprendendo nel conteggio anche gli oss ed i tecnici di varie discipline.

Mattia Grandi