
I tecnici Arpae in campo: "Contenute le acque di spegnimento, nessuna ricaduta inquinante al suolo". Il direttore dell’azienda: "Impianto chiuso e in sicurezza, focus sulle telecamere per individuare le cause".
Nel torrido mattino la montagna di rifiuti aveva smesso di fumare già da tempo. Il maltempo del pomeriggio ha poi spento anche le ultime braci. Dello spaventoso incendio alla Recter di domenica pomeriggio resta però l’immagine della gigantesca colonna di fumo, visibile a chilometri e chilometri di distanza.
Ieri giorno di bilanci e la conta dei danni. In campo carabinieri, vigili del fuoco, Ausl e Arpae. Gli uni per tenere sotto controllo quel poco che restava del rogo, gli altri impegnati in prelievi ambientali, zootecnici e monitoraggio della qualità dell’aria. Già, perché il primo pensiero, trattandosi di rifiuti – anche se Recter lavora nel recupero di "scarti speciali, non pericolosi", riferiscono dall’azienda –, è stato quali potevano essere le ricadute dell’incendio che ha coinvolto una parte dei cumuli contenenti materiali misti e legnosi depositati sul piazzale aziendale.
I tecnici dell’Agenzia ambientale hanno eseguito valutazioni preliminari sulla qualità dell’aria "mediante strumentazione portatile in vari punti del territorio nei dintorni dell’impianto e in corrispondenza delle abitazioni, considerando sia la traiettoria dei venti prevalenti al momento dell’incendio (est-ovest), sia quella prevista nelle ore notturne (sud-nord)", spiegano da Aarpae.
Ieri inoltre "Arpae e Ausl, ciascuno per le proprie competenze, hanno provveduto a eseguire ulteriori approfondimenti, anche se i dati rilevati fino ad ora e lo spegnimento relativamente rapido dell’incendio, permettono di escludere significative ricadute di inquinanti al suolo".
Resta da capire, ora, quali possano essere state le cause scatenanti dell’incendio. "A poche ore dall’evento sono partite approfondite indagini di verifica
del sinistro – spiega Michele Dalmonte, direttore di Recter –. Nell’impianto di recupero imolese è infatti presente un sistema di videosorveglianza le cui immagini registrate verranno analizzate per valutare le cause dell’incendio".
Dall’azienda fanno sapere che a ieri l’impianto era "chiuso e già in sicurezza", inoltre, " in accordo con Arpae si sta procedendo alla gestione dei rifiuti combusti e delle acque di spegnimento incendio che sono rimaste confinate all’interno delle vasche di raccolta interne all’impianto".
Importanti verifiche da parte di Arpae pure sulle acque di spegnimento dell’incendio che sono state raccolte in una vasca di sedimentazione poiché non andassero a contaminare i terreni. "All’arrivo dei tecnici dell’Agenzia – spiegano da Arpae –, la ditta aveva già provveduto alla disattivazione della pompa che consente il rilancio delle acque da tale vasca al bacino di laminazione del cosiddetto ’Supercondominio Lasie’. Arpae ha fornito indicazioni preliminari sulle modalità di gestione e smaltimento di tali acque da effettuarsi nei prossimi giorni".
Gabriele Tassi