"Oggi in aula, gli studenti stiano tranquilli"

Montanari dell’Associazione presidi. Timori tra i ragazzi: "Il diritto all’istruzione non è più importante di quello alla salute"

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di Mattia Grandi

Dopo il via libera last minute degli esperti del Comitato tecnico scientifico, questa mattina gli studenti delle scuole superiori tornano tra i banchi, nella misura del 50%. Un rientro vincolato al pronunciamento del Tar dell’Emilia-Romagna, con relativa sospensione dell’ordinanza firmata dal presidente Bonaccini che posticipava al 25 gennaio l’avvio della didattica in aula. Una vigilia contraddistinta, anche ad Imola, da un clima di grande incertezza con dirigenti, docenti, personale ausiliario, studenti e famiglie in balia della rapida alternanza degli eventi. "La riunione di ieri del Cts, a poche ore dalla ripresa delle lezioni in presenza, è l’ulteriore prova del momento di profonda instabilità che gravita attorno alla scuola – commenta Lamberto Montanari, vice presidente nazionale e rappresentante regionale per l’Emilia-Romagna dell’Associazione nazionale presidi –. Occorrono tempistiche certe per garantire la razionale organizzazione interna degli istituti e la consona programmazione didattica dei docenti".

Non solo. "Non possiamo essere trattati come un’attività qualsiasi alla quale chiedere, da un giorno all’altro, di alzare o abbassare la saracinesca – continua –. È un periodo di sbandamento totale, ma occorrono punti fermi. L’adeguata gestione, in termini di sicurezza e tutela della salute, del sistema dei trasporti scolastici e del controllo delle aree esterne agli istituti nella fase di afflusso degli allievi. I problemi non sono nelle aule dove vengono applicati tutti i protocolli".

Con uno sguardo all’immediato futuro: "Effettuazione di tamponi per il completo monitoraggio di tutti, personale e studenti – conclude –. Somministrare quanto prima dosi vaccinali ai docenti e al corpo ausiliario come avvenuto per gli operatori sanitari".

Gian Maria Ghetti, dirigente dell’Istituto tecnico agrario Scarabelli e dell’Istituto tecnico chimico-biologico Ghini, fotografa l’istantanea a poche ore dal suono della campanella. "Il clima di incertezza generale non aiuta e crea tensione – spiega Ghetti che è anche presidente della rete delle scuole imolesi –. La funzione della scuola è fondamentale così come la garanzia di un ritorno nelle aule in completa sicurezza".

Logistiche interne in perfetta linea con le vigenti normative anti contagio: "Contenti di riaprire applicando tutte le misure del caso – prosegue –. Percepisco, però, una certa preoccupazione da parte dei rappresentanti degli studenti, legata soprattutto al comparto dei servizi extra scolastici, in primis i trasporti". Puntando alla tanta agognata serenità. "Abbiamo bisogno di lavorare in tranquillità – chiosa –. Ci vorranno almeno un paio di settimane di rodaggio compatibilmente al positivo andamento del flusso pandemico".

E gli studenti? Se una larga maggioranza di loro ha manifestato a livello nazionale il proprio desiderio di tornare tra i banchi in presenza, non mancano i timori. "La quasi totalità degli studenti imolesi ha deciso di protestare non presentandosi a scuola nei rispettivi giorni in presenza – scrivono in una nota i rappresentanti studenteschi cittadini –. Non reputiamo il diritto all’istruzione più importante di quello alla salute". E ancora: "Ingiusto mettere a rischio la salute dei propri cari utilizzando mezzi pubblici per recarsi a scuola ora che gli indici di contagio sembrano addirittura peggiorare – concludono –. Procedere con la didattica digitale integrata fino a un rientro in sicurezza".