Omicidio di Fabio Cappai, indagati tre minorenni

Due diciassettenni e un sedicenne nei guai per concorso anomalo nella tragica aggressione finita con l’accoltellamento del 23enne

Si allarga l’inchiesta sulla tragica morte di Fabio Cappai, il giovane di 23 anni ucciso a coltellate ai campi sportivi di Castel del Rio, il 16 luglio scorso. A sferrare i colpi, reo confesso, un ragazzino di appena 16 anni, pare al culmine di una violenta rissa cui parteciparono diversi giovanissimi (ipotesi, questa della rissa, respinta dalla famiglia di Fabio e dall’avvocato Daniela Mascherini, i quali sostengono che il giovane fu aggredito senza potersi difendere).

Fabio Cappai, ucciso a coltellate
Fabio Cappai, ucciso a coltellate

Ora, dopo mesi di indagini dei carabinieri coordinati dalla pm della Procura per i minorenni Caterina Salusti, tre di questi giovanissimi sono indagati per concorso anomalo in omicidio. Si tratta di due diciassettenni e un sedicenne, tutti stranieri. Per l’accusa, trovandosi sul posto e avendo in qualche modo contribuito all’alterco che trascese nella rissa, avrebbero tangenzialmente contribuito a giungere al tragico epilogo. I tre sono stati interrogati in questi giorni dagli inquirenti e dalla pm, assistiti dai loro difensori. Le indagini sono ancora aperte, ma potrebbero chiudersi a breve.

Fabio Cappai, residente a Moraduccio, fu raggiunto da tre collate di cui una, quella al costato che gli perforò un polmone, fatale. Secondo i testimoni e la ricostruzione del sedicenne reo confesso, fu l’esito drammatico di una rissa che si scatenò per i più futili motivi: il gruppo di adolescenti, tutti tra i 16 e i 17 anni, attaccò briga con Cappai e un amico suo coetaneo, con cui già si conoscevano e tra cui non correva buon sangue, incalzandoli con sfottò sul colore dei capelli della vittima. I due ventenni, stando alle ricostruzioni, reagirono e dalle parole si passò presto ai fatti: una spinta, poi un pugno, che sfociarono in un parapiglia di sette-otto adolescenti contro i due ventenni. A un tratto, Fabio sarebbe stato isolato dall’amico, con addosso quasi tutti i ragazzini; a quel punto spuntò la lama.

Un colpo lo raggiunse vicino all’ascella destra, un altro al costato sinistro e un terzo infine, più superficiale, all’inguine. Inutili i tentativi di soccorrerlo. L’elisoccorso non ha fatto neppure in tempo ad alzarsi in volo: Fabio, agonizzante, è morto sul prato del campo sportivo, sotto agli occhi attoniti degli avventori e del titolare di un vicino bar, i primi a intervenire e ad allertare i soccorsi.

Il ragazzino che sferrò i colpi venne subito individuato dagli inquirenti e confessò tutto il pomeriggio seguente, indicando pure dove trovare il coltello che aveva utilizzato e poi gettato via dopo la colluttazione. Da allora sitrova nel carcere minorile del Pratello, assistito dall’avvocato Alberto Padovani, il quale ha di recente nominato un consulente di parte per eseguire verifiche sugli esiti dell’esame autoptico disposto sul corpo di Cappai.

Adesso, rischiano di finire a processo anche altri tre amici che erano presenti al campo sportivo di Castel del Rio in quella drammatica sera. Uno di loro è difeso dagli avvocati Vittorio Mazza e Gabriele Bordoni. Quest’ultimo, trattandosi di minorenni e di una vicenda delicata, taglia corto: "Il nostro assistito ha spiegato quanto doveva e ha manifestato autentico dolore per la morte di quel ragazzo, rispetto alla quale si proclama del tutto estraneo ed innocente".