Pronto soccorso Imola, serve la vigilanza notturna

Rago (Uil): "La presenza serale non basta". La senatrice Bernini (FI): "Potenziare personale e videosorveglianza"

Un esame diagnostico in ospedale al Pronto soccorso

Un esame diagnostico in ospedale al Pronto soccorso

Imola, 5 dicembre 2019 – Il brutto episodio che si è verificato l’altra sera nel Pronto soccorso, dove un 26enne ha dato in escandescenze creando il panico tra gli operatori e aggredendo due carabinieri arrivati per riportare la calma, riaccende la discussione sulla sicurezza del presidio all’ospedale Santa Maria della Scaletta. "Era circa un anno fa che affrontavamo la problematica – ricorda il segretario della Uil Fpl, Giuseppe Rago –. A distanza di un anno ci risiamo e solo per mera fortuna non ha visto coinvolti altri operatori sanitari. La nostra solidarietà va ai due carabinieri aggrediti dall’utente esagitato recatosi in pronto soccorso e pretendendo cure e medicinali non preventivate dalla sua situazione sanitaria. Al loro posto, se non fossero intervenuti prontamente, potevano essere coinvolti gli operatori del triage vista anche la reazione avuta seppur in presenza delle forze dell’ordine in divisa». Va detto che qualcosa nei mesi scorsi è stato fatto: a novembre 2018 c’è stato infatti l’inserimento della vigilanza interna privata, ma solo dalle 19 alle 24. Ed è proprio fuori da questa finestra che si rischia, come accaduto l’altra, si registrino episodi pericolosi per l’incolumità degli operatori sanitari. «Quando ponemmo la questione lo scorso anno, chiedemmo la presenza di vigilantes h24 al Pronto soccorso, ma per il momento la direzione Ausl ha deciso di attivare tale presenza su una articolazione ridotta – ricostruisce ancora Rago –. Solo per un mero caso fortuito stavolta non sono stati direttamente coinvolti dli addetti al triage». Una eventualità, quest’ultima, che secondo il numero uno della Uil Fpl «deve essere assolutamente evitata in futuro». Per questo motivo «invitiamo la direzione generale Ausl, seppur in scadenza di mandato, a rivedere la scelta della presenza di vigilantes solo part time fino alle ore 24», aggiunge Rago. E conclude: «In subordine, la presenza dei vigilantes deve essere garantita quantomeno sulla fascia notturna sino alla mattina, fascia in cui sempre più spesso tali episodi di violenza accadono». Sulla questione interviene anche Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, parlando di «vicenda che riapre drammaticamente il tema della sicurezza nei pronto soccorso, luoghi sensibili nei quali gli operatori devono essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio e i pazienti di essere quanto più possibile tranquilli». Di fronte a episodi che, rimarca la Bernini, «si ripetono con preoccupante frequenza ovunque, occorre un piano regionale serio che comprenda il potenziamento della videosorveglianza e il rafforzamento degli organici del personale di sicurezza». Detto questo, «non possiamo, comunque, non rammaricarci del fatto che il 26enne, che aveva già precedenti per rapina, lesioni personali e furto, sia stato rimesso in libe rtà nonostante la convalida dell’arresto – conclude la senatrice di FI – e che per lui sia stato disposto solo l’obbligo di presentazione giornaliera alla Polizia giudiziaria. E’ ora di cominciare a interrogarsi anche sull’inasprimento delle pene per chi crea gravi problemi di ordine pubblico». E’ notizia di ieri, infatti, che il 26enne è sì finito in carcere, ma solo perché il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna che ha firmato un’ordinanza di aggravamento di misure cautelari che il giovane aveva ricevuto di recente come conseguenza di un altro reato commesso qualche mese fa nei confronti della madre, vale a dire atti persecutori.