"Sì al bancomat sotto i 60 euro Ma alleggerire le commissioni"

Negozianti disponibili ad accettare pagamenti elettronici anche per mini-spese: "Per noi sono però costi in più"

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di Claudia Eleonora Traversa

I pagamenti Pos e i loro costi tornano a far discutere i commercianti. E se il Governo, in un primo momento, aveva aveva proposto l’innalzamento a 60 euro dell’"obbligo di bancomat e carta di credito", ora non si esclude che la cifra possa scendere di qualche decina di euro. Insomma, se qualche cliente, a partire dall’anno nuovo, vorrà pagare cappuccino e pasta con il bancomat sarà facoltà del commerciante accettare o meno il pagamento elettronico.

"A me non cambia nulla, io ho sempre accettato transazioni anche di pochi euro – , riferisce Raffaella Cantagalli titolare di Alce Nero Shop di via Orsini –. Per me il cliente è libero di pagare come preferisce. Noi veniamo incontro a chi entra nel nostro negozio cercando di garantirgli il massimo della comodità; qui possono saldare i conti indistintamente con qualunque tipo di pagamento".

Anche, per Pierpaolo Borzatta, titolare del negozio iDoc di via Emilia, non ci sono problemi ad accettare le ’carte’.

"A me non cambia assolutamente nulla, sotto i 60 euro abbiamo sempre effettuato pagamenti mediante Pos – sottolinea –. Io continuerò ad accettare pagamenti elettronici anche con somme inferiori alla soglia dei 60 euro. Ormai in pochi pagano in contanti, io personalmente avrò un 10% di clienti che utilizzano ancora la moneta cartacea, il resto tutti con il Pos".

Molte perplessità sorgono, però, a causa delle commissioni e dei costi interamente a carico dei commercianti. E’ quanto riferito da Sabina Quarantini, titolare del negozio La Porcellana Bianca di via XX Settembre e presidente della Confesercenti di Imola. "Io il Pos l’ho sempre accettato, in quanto lo trovo molto comodo anche per un discorso di sicurezza – sottolinea –. Il problema, a mio avviso, sono le commissioni. Le attività commerciali funzionerebbero bene con il Pos se solo non ci fossero gli alti costi di commissione per le carte di credito. A mio avviso non cambia nulla. Io ho sempre accettato il Pos anche per costi bassissimi. Ciò che potrebbe veramente incentivarne l’utilizzo potrebbe essere la riduzione o l’eliminazione sotto certi importi dei costi di commissione".

Decisamente concorde sul provvedimento del Governo è invece Michela Gardenghi, la titolare del negozio Mercatino dell’usato km. Zero di via Giuseppe Garibaldi.

"Io sono contenta. Ho la spesa fissa mensile sul Pos di 15 euro, in più ho le commissioni su ogni spesa, che per il bancomat si attesta sugli 80 centesimi e per le carte di credito sull’euro e mezzo – spiega –. Essere obbligati al pagamento con Pos per importi irrisori fa’ sì che a me commerciante in tasca rimanga poco nulla. Del resto non è alzando o abbassando la soglia dei contanti che si argina il problema del lavoro in nero; chi vuole continua comunque a farlo. Tra i costi di affitto e bollette questa manovra dà una mano a noi commercianti. Attualmente è un momento morto per le vendite in quanto la gente non compra e temporeggia in attesa dell’arrivo della bolletta".

"Ora c’è Satispay che sarebbe molto conveniente avendo pochi euro di spese di commissione – prosegue Gardenghi –. Speriamo che, in futuro, possa diventare un sistema di pagamento sempre più diffuso".

Concorde in materia di costi di commissione elevati anche Elisa Sabattani, titolare del negozio Modulo di via Giuseppe Mazzini.

"Le commissioni sono sempre molto alte, quindi accettare anche pagamenti da pochi euro era abbastanza imbarazzante – conferma –. Noi continueremo, comunque, ad accettare pagamenti con Pos anche per importi sotto i 60 euro, rifiuteremo solo in caso di cifre veramente irrisorie".