Non si spegne l’eco dell’aggressione ai danni di alcuni operatori sanitari compiuta domenica mattina da un uomo (finito ora agli arresti domiciliari) al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Scaletta.
Il sindacato di polizia Siulp ha spiegato ieri di "condividere" le parole pronunciate l’altro giorno dal questore bolognese Antonio Sbordone, che si è impegnato a incrementare la presenza di agenti negli ospedali e ha aggiunto che il progetto di un collegamento diretto tra ospedali e centrale operativa di polizia, dopo uno stop dovuto a problemi tecnici, dovrebbe ripartire "a brevissimo".
Nel frattempo, il segretario provinciale dello stesso Siulp, Amedeo Landino, annuncia di aver organizzato un ‘tour d’ascolto’, che partirà domani con un’assemblea al commissariato di via Mazzini, per "confrontarsi con colleghe e colleghi e valutare ogni iniziativa per riaccendere i riflettori sulle carenze organiche".
Per il Siulp, infatti, per contrastare adeguatamente fenomeni come le aggressioni al personale sanitario servono più agenti e "una normativa adeguata", motivo per cui il sindacato dichiara di condividere le parole del questore "anche in merito alle modifiche normative che stanno facendo il loro iter parlamentare".
Il problema principale, comunque, resta la carenza di personale, con il Siulp che denuncia, ancora una volta, come "il numero di agenti, sovrintendenti e ispettori non sia assolutamente congruo e proporzionato ai carichi di lavoro e all’aumento esponenziale dei servizi. Facciamo i salti mortali – sottolinea il sindacato –, ma occorre un consistente incremento organico".
Da qui la decisione di realizzare un ‘tour d’ascolto’ tra i colleghi per "costruire assieme a loro una piattaforma con una serie di proposte". Se però le loro istanze non saranno ascoltate, dal Siulp assicurano di essere anche "disposti a proteste energiche".
Sulla questione è tornato ieri anche il segretario generale della Cisl-Fp metropolitana, l’imolese Stefano Franceschelli, che parla di "escalation di violenza" e per questo motivo chiede di "convocare urgentemente una seduta della Conferenza territoriale socio-sanitaria metropolitana con il coinvolgimento della Questura".
"Il tema della violenza contro gli operatori non è rinchiuso nell’area del pronto soccorso, ma è trasversale e coinvolge anche i reparti di degenza e i servizi del territorio, dove c’è un maggiore contatto con l’utenza – osserva Franceschelli –. Un’attenzione particolare va inoltre dedicata ai servizi che si occupano di dipendenze e situazioni psichiatriche, in cui i professionisti hanno un alto livello di esposizione al rischio".
La questione ha superato ormai da tempo i confini locali. Il sindacato nazionale degli infermieri Nursing Up, affiancando l’episodio di Imola a quelli che si sono verificati negli ultimi giorni in giro per l’Italia, dà conto di un "nuovo ‘bollettino’ di guerra". E aggiunge: "I reparti di emergenza urgenza rappresentano un pericoloso ‘micromondo’ e mai come in questo momento vanno trattati con piani di sicurezza ad hoc. I fatti, molto spesso, all’insegna di veri e propri raptus di follia, sono talmente rapidi nella loro dinamica che solo un poliziotto presente sul posto potrebbe arginarne almeno in parte la brutalità".
La vede così anche il sindacato medico Anaao-Assomed, che giudica "grave e inaccettabile" l’aggressione dei giorni scorsi al Santa Maria della Scaletta e valuta come "urgente" la necessità di un "cambiamento radicale".