
Sul posto erano intervenuti i carabinieri
Imola (Bologna), 23 aprile 2021 - Otto anni per tentato omicidio aggravato dall’odio razziale. Otto anni per aver conficcato la lama di quel coltellino, che da sempre mostrava a tutti con orgoglio, nella pancia del ’rivale’, un etiope di 22 anni, dopo averlo apostrofato con l’epiteto sprezzante di "neg..". E dopo la furia, la fuga, per giorni, fino all’arresto, l’8 ottobre, grazie ai carabinieri che lo hanno sorpreso davanti a un caffè in un bar di Massa Lombarda con un paio di amici. In tasca, Flamur Hasibra, 37 anni albanese e pregiudicato per reati contro il patrimonio, aveva ancora quella lama a serramanico da sette centimetri utilizzata il 29 agosto. Una serata di fine estate nel parco antistante il centro sociale Zolino, dove si stava svolgendo una festa da ballo. Il dramma si era consumato poco prima delle 23 in via Tinti: prima le urla, il trambusto e infine i lampeggianti delle ambulanze e delle forze dell’ordine. A terra era rimasto un 22enne etiope residente a Imola con una profonda ferita all’addome. I primi soccorsi dal personale del centro sociale, poi il viaggio d’urgenza all’ospedale Maggiore di Bologna con l’elisoccorso. Da lì era partita la caccia all’uomo dei carabinieri, sotto la guida del comandante della Compagnia di Imola, Andrea Oxilia, e dal comandante del Radiomobile, Biagio Cicatiello, coordinati dal sostituto procuratore Massimiliano Rossi. Caccia terminata dopo 40 giorni, grazie anche alle descrizioni fornite dalla vittima e da alcuni testimoni presenti. Hasibra era stato trovato a pochi chilometri di distanza, all’interno di un bar. Ulteriori sorprese erano arrivate durante le successive perquisizioni: banconote false (circa 60 euro in tagli da 20), uno sfollagente in metallo, una dose di droga, documenti falsificati. Questi ultimi all’interno di un’abitazione che il ricercato condivideva con un connazionale, nascosti in una valigia: una carta d’identità, una tessera sanitaria, la copia di un contratto di telefonia mobile tutti intestati a un’altra persona, poi la prenotazione di un viaggio in autobus da Bologna a Bruxelles, datato 10 settembre 2020. Materiale per il quale è stato giudicato in tribunale a Ravenna, per competenza territoriale, mentre ieri a Bologna si è decisa la sua sorte, con il rito abbreviato, per il tentato omicidio davanti al gup Francesca Zavaglia. Il pubblico ministero d’udienza, Anna Cecilia Maria Sessa, ha chiesto e ottenuto 8 anni, caduta l’aggravante dei futili motivi mentre ha tenuto quella dell’odio razziale.
L’imputato è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro alla parte civile rappresentata dall’avvocato Alberto Padovani. I difensori di Hasibra, Matteo Sanzani e Alessandro Cristofori, hanno già annunciato il ricorso in appello non appena arriveranno le motivazioni, previste fra 15 giorni.