Un’ancora di salvezza per i ragazzi

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Massimiliano

Narducci*

Partiamo dal presupposto che, quando si parla di impianti sportivi, qualità, migliorie e quantità non sono mai abbastanza. Questo perché viviamo in una società che ha tremendamente bisogno di alimentarsi di sport. Una sana pratica sportiva è in grado di rigenerare spirito e mente. Non solo. E’ un appiglio importante per le nuove generazioni. Il biennio pandemico ha lasciato in eredità non pochi disagi per la platea giovanile con una rivisitazione dei ritmi e delle sincronie che, in passato, abbiamo sempre dato per scontati.

Lo sport, lo dico da ex atleta, da addetto ai lavori ma anche da padre, rappresenta davvero un’ancora di salvezza per i nostri ragazzi. La dedizione, l’impegno, la passione ed i sacrifici riversati nell’attività sportiva assomigliano molto a quelli necessari per affrontare il corso della vita. Una società che si ritiene sviluppata e moderna deve avere a cuore questi valori. E deve poter fornire ai propri cittadini una pluralità di opportunità da vivere in contesti adeguati e ben curati. Imola, in tal senso, assicura già un buon livello. Una valida base di partenza dalla quale far partire ragionamenti e progetti. La pandemia ha mutato le esigenze dell’utenza dal punto di vista degli spazi e degli ambienti in termini di pratica sportiva e servizi annessi. In modo particolare per quanto riguarda quelle pertinenze, come spogliatoi, docce e servizi igienici, dove avviene la fase di accoglienza pre e post attività.

La riqualificazione dell’impiantistica sportiva passa dalla comprensione di uno scenario, semplicemente, cambiato. Senza dimenticare che la crescente disponibilità di strutture fisse e coperte ridurrebbe il disagio delle trasferte fuori territorio, in nome della continuità, da parte di alcune società nel periodo invernale.

*tennista professionista