di Amilcare Renzi
Il Gp di Formula uno del 18 aprile è strettamente collegato a ciò che è successo nel 2020. Imola, in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, è stata in grado di organizzare con successo, nel giro di pochi mesi, due eventi di caratura internazionale: il Mondiale di ciclismo e il Gran Premio di F1.
In un momento in cui pochi avevano il coraggio di esporsi, anzi tanti hanno rinunciato, il nostro territorio si è fatto carico con efficienza, velocità e grande capacità organizzativa, di due importanti eventi difficili da gestire, soprattutto in un contesto dominato dalla pandemia. Di qui dobbiamo ripartire. Per il futuro mi piace pensare a una vetrina per i nostri talenti e mi riferisco a tutto ciò che siamo in grado di esprimere. Imola ha la fortuna di avere una struttura come l’autodromo Enzo e Dino Ferrari collocato in quell’area vasta definita Motor Valley, è facile pensare che possa diventare uno dei punti nevralgici del territorio emiliano romagnolo.
Partendo da qui è possibile pensare allo sviluppo di un’economia sana che vede nel turismo, nella cultura, nello sport, nei meeting aziendali, negli eventi, grandi o piccoli che siano, l’importante è la qualità, elementi che possono riuscire a ridare nuova linfa a tutto il circondario imolese e svilupparsi in un contesto regionale e nazionale. Ora si aprono anche nuove prospettive.
Certo se la Formula uno diventasse un evento ricorrente come in passato sarebbe la chicca, ma dobbiamo e possiamo guardare oltre. Pensiamo solo a cosa può significare la nuova pista ciclabile che collega Mordano a Castel del Rio, che già oggi non ancora completata, attrae centinaia di persone durante la settimana. L’autodromo Enzo e Dino Ferrari può diventare un punto di riferimento non solo per gli eventi che sarà in grado di produrre, ma anche per ciò che lo circonda.
Un luogo dove trovare informazioni, dove noleggiare mezzi per escursioni nella Vallata del Santerno, a Imola, nei territori del circondario alla scoperta non solo delle bellezze naturali, ma anche delle attrattive enogastronomiche, artigianali, culturali. E’ solo un esempio, ma quanti di questi esempi possiamo essere in grado di mettere in campo.
Come Confartigianato siamo pronti ad avviare un confronto con le istituzioni, il mondo sociale ed economico per pensare ad futuro di qualità dei nostri territori. Volontà, coraggio, gioca di squadra, spirito di comunità è quello che servirà nei prossimi mesi per vincere la sfida della ripartenza dopo l’emergenza sanitaria.