Sangiorgi Imola, la sindaca dimessa "Nel M5s volevano farmi interdire"

Lo sfogo nell’ultimo giorno e a poche ore dall’addio, sostituisce Cavina con Longhi. "io, discriminata come la Segre"

Manuela Sangiorgi, le sue dimissioni sono irrevocabili

Manuela Sangiorgi, le sue dimissioni sono irrevocabili

Imola, 19 novembre 2019 - L’ultima seduta di Giunta, invocata dai tre assessori esponenti storici del M5s per discutere innanzitutto della questione PalaRuggi, non c’è stata. E anzi, per tutta risposta, nel suo ultimo giorno di mandato, l’ormai ex sindaca Manuela Sangiorgi (le cui dimissioni sono diventate effettive e irrevocabili la scorsa mezzanotte) ha sfiduciato il suo vice: Patrik Cavina. E ha nominato al suo posto, per l’ultima mezza giornata in Comune (oggi verrà nominato il commissario prefettizio, con relativo scioglimento del Consiglio e decadenza della Giunta), l’assessore uscente Andrea Longhi.

Manuela Sangiorgi (Serra)
Manuela Sangiorgi (Serra)

«L’ho fatto per dare un segnale alla città – spiega la Sangiorgi –. Ho voluto premiare chi in questi mesi si è impegnato davvero per la comunità, dimostrandosi capace e fidato, a discapito di una persona che mi è stata imposta da una forza politica, ma probabilmente non aveva quelle capacità da me sperate». Poi rivela: «Il giorno del discorso in piazza Matteotti non volevo dimettermi, l’intenzione era di farlo più avanti; verso Natale. Poi la mattina mi è arrivata una voce: i capetti del Movimento di Imola volevano che mi mettessi in malattia».

Arrivare cioè, sempre seguendo la ricostruzione della Sangiorgi, a quello che il Testo unico degli enti locali definisce ‘impedimento temporaneo’. E che prevede appunto, anziché la nomina di un commissario, il passaggio del potere nelle mani del vicesindaco«Una specie di interdizione temporanea. Sarei rimasta a casa a prendere lo stipendio senza fare niente – immagina l’ex sindaca –. E chissà cosa si sarebbe detto di quella malattia. Allora ho capito che non si poteva più andare avanti. Ma l’idea di provare a dare tutto in mano a Patrik, a questo punto, c’era già dall’inizio. Mi volevano mettere in autotutela fin dal primo giorno. Mi sono fidata delle persone sbagliate».

Ma la Sangiorgi difende pubblicamente, per la prima volta, anche le linee guida per il futuro bando di gestione del PalaRuggi. Indicazioni destinate ad Area Blu che, nella parte riguardante la piscina, sono state contestate duramente da Geims e Imolanuoto. E che per questo i tre assessori del M5s (Cavina, Claudio Frati e Claudia Resta), dopo aver approvato in Giunta, avrebbero voluto ridiscutere ieri proprio alla luce delle polemiche dei giorni scorsi.  «La mia era solo volontà di dare un segno di risparmio di soldi pubblici – replica la Sangiorgi –. Chi vincerà il bando dovrà assumersi il rischio di impresa, tirare fuori denaro di tasca propria e avere cifre minori rispetto a quelle percepite oggi».

Nella bufera è finito però anche il compagno della Sangiorgi, il capogruppo leghista Simone Carapia. Il grillino Fabrizio Favilli, la settimana scorsa in Consiglio comunale, ha parlato di «potenziale conflitto di interessi», dal momento che Carapia fa parte di una società che gestisce proprio piscine. «Hanno la sfera di cristallo? Ma come si permettono, ma per favore… – risponde l’ex sindaca –. La querela è già pronta».

In serata poi, in un video pubblicato su Facebook, la Sangiorgi torna proprio sulla sua relazione con Carapia. «Ho scritto alla senatrice Liliana Segre, perché mi sento molto discriminata per le mie scelte nella sfera affettiva – annuncia via social –. Sono sicura che a parti inverse, cioè se io fossi stata uomo, non sarebbe successo nulla. Quindi dico alle donne di aiutare chi verrà dopo di me, se sarà donna, di starle vicino ed esprimerle solidarietà se verrà discriminata a fini strumentali, per uso politico, per chi ha scelto nella sua sfera affettiva».

Nel frattempo, negli stessi minuti in cui la sindaca dimissionaria pubblica il video, a Cavina viene notificata la revoca della nomina ad assessore. «E’ l’ennesima dimostrazione della sua incapacità – commenta parlando della Sangiorgi –. Un sindaco che sostituisce il suo vice a poche ore dalle dimissioni è uno sfregio nei confronti della città e degli oltre 15mila imolesi che hanno votato il programma del M5s». E sulla mancata convocazione dell’ultima seduta di Giunta, per discutere tra l’altro appunto del caso della piscina, l’ex vicesindaco aggiunge: «Mi chiedo se abbia avuto paura di approvare un atto del quale potrebbe beneficiare la città solo per altri interessi».

Infine, la questione impedimento: «Se ne parlò nell’assemblea degli attivisti, una volta preso atto del fatto che lei aveva scelto di isolarsi. Qualcuno lanciò l’idea a titolo di provocazione, qualcun altro credendoci. Ma nessuno le ha mai chiesto nulla».

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