
Assistenti sociali, il confronto con Unimc e Ast
Dopo la pandemia, tanti ragazzi fanno ricorso a sostanze stupefacenti nel chiuso delle loro case, chiedendo aiuto troppo tardi. È il drammatico quadro emerso durante il convegno "Luci della ribalta. Evoluzione e prospettive del ruolo di assistente sociale nelle dipendenze patologiche", frutto della collaborazione tra Università, i Dipartimenti di dipendenze patologiche delle due Ast di Macerata e Ancona, la Cooperativa Pars e altre realtà del privato sociale che lavorano campo delle dipendenze e disagio sociale. Un centinaio i presenti, tra addetti ai lavori e studenti. "È un’iniziativa di grande interesse – ha sottolineato il rettore John McCourt – che consente una scambio di esperienze su un tema cruciale come quello del disagio giovanile e ribadisce l’importanza di un servizio fondamentale per la tenuta della comunità e del tessuto sociale". L’incontro nasce nell’ambito delle tante attività del corso di laurea in "Teoria, culture e tecniche per il servizio sociale" di cui è presidente Giuseppe Rivetti, curatore scientifico del convegno insieme a Gianni Giuli, direttore del Ddp dell’Ast di Macerata. "Con il corso di laurea vogliamo formare – ha detto – una figura in grado di coniugare una visione moderna e contemporanea con un bagaglio di competenze e sensibilità indispensabili per un mondo sempre più multiculturale e in continuo cambiamento". Hanno portato il proprio contributo ai lavori: Mirella Zambello, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto; Francesca Fuselli, assistente sociale di Pars; Adriano Baldoni, direttore del Ddp dell’Ast di Ancona; Manuela Modesti, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali delle Marche e Monica Raiteri, docente di Sociologia giuridica, della devianza e mutamento sociale a Unimc.