Macerata, il padre di Azkaa accusato di violenza sessuale

L'uomo è già in cella con l'accusa di omicidio preterintenzionale. Accertamenti per capire a quando risalgano fratture sul corpo della ragazza di 19 anni

Muhamad Riaz, 44 anni, è già in carcere

Muhamad Riaz, 44 anni, è già in carcere

Macerata, 3 marzo 2018 - Una seconda misura cautelare ha raggiunto in carcere Muhammad Riaz, arrestato per omicidio preterintenzionale della figlia diciannovenne Azkaa, investita da un’auto sabato sera. L’uomo è infatti accusato anche di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. Quello che sta emergendo dall’inchiesta è un quadro che lascia attoniti, con una ragazza rimasta intrappolata in una casa da cui voleva andarsene solo se accompagnata da un marito, e non da un procedimento penale su suo padre.

Secondo l’accusa il pakistano, che viveva a Montelupone con due figlie e due figli, dal 2014 avrebbe iniziato ad avere comportamenti violenti in casa, anche a causa dell’abuso di alcol. Ci sarebbero state percosse anche con la mazza da cricket; una volta, alla fine dell’anno scorso, uno dei figli sarebbe stato persino ferito al braccio con un coltello. 

I figli avevano una grande nostalgia della mamma, rimasta in Pakistan, ma il padre avrebbe usato anche questo contro di loro: se volevano rivederla, avrebbero dovuto fare come diceva lui. E la madre avrebbe sempre detto loro di obbedire al padre. A far venire fuori la vicenda sarebbe stata la sorella minore di Azkaa, mentre quest’ultima, sentita dai carabinieri, avrebbe prima negato poi ammesso di aver subito delle violenze da parte del genitore.

Mentre la sorella e i fratelli minorenni venivano portati in una struttura protetta con l’intervento del tribunale dei minori, la diciannovenne avrebbe scelto di rimanere a casa con il padre: lei voleva uscire dalla casa familiare solo dopo il matrimonio, come da tradizione, come quando tutto va bene. Piuttosto che far venire fuori una storia così, avrebbe preferito sopportare, in attesa di un marito che la portasse via da lì.

Ora, su richiesta del sostituto procuratore Micaela Piredda, il tribunale ha disposto la misura cautelare in carcere per Riaz anche per le accuse di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia. La procura ha anche disposto degli approfondimenti per accertare a quando risalgano la frattura alla mascella e la tumefazione all’occhio, così da capire se sono o meno collegati all’investimento che l’ha uccisa sabato scorso, a Trodica di Morrovalle.

È stato nominato anche un consulente per ricostruire la dinamica dell’incidente. Per l’uomo al volante della Ford che l’ha investita, difeso dall’avvocato Marco Poloni, la ragazza era già a terra quando lui è arrivato. Riaz invece, difeso dall’avvocato Francesco Giorgio Laganà, ha detto di averla vista in piedi, che lo aspettava mentre lui girava l’auto dopo un guasto.

Le perizie e le indagini dei carabinieri e della Polstrada di Civitanova faranno chiarezza sulla vicenda. «Devo dare atto che i servizi sociali si sono mossi prontamente – ha dichiarato il procuratore capo Giovanni Giorgio –, così come tribunale minorenni sottraendo i figli al padre». Il procuratore ha anche espresso parole di apprezzamento per gli accertamenti condotti sulla vicenda dai carabinieri di Recanati e Montelupone, e sul sostituto procuratore che si sta occupando del caso, «impegnata in indagini molto faticose e assolte con eccellente professionalità».